Yara: Bossetti vuole togliersi la vita?
Massimo Bossetti, muratore e unico imputato nel processo relativo all’omicidio della giovane Yara Gambirasio inizia a stare male, a sentirsi oppresso. E’ triste Massimo, o forse è la sua coscienza che comincia a ‘bussare’? Fatto sta che Bossetti ha inviato una lunga lettera alla madre e alla sorella, in cui sottolinea la sua disperazione e il fatto che la sua non è vita. La missiva è stata pubblicata dal rotocalco Oggi. Ne riportiamo uno stralcio:
“Mamma e Laura (madre e sorella di Bossetti, ndr) io so che la farò finita qui dentro, perché non posso accettare tutto quello che ho combinato a Marita e me lo merito davvero per quello che ho fatto. Mi auguro solo che un giorno mi possa svegliare accanto a papà e non dover più soffrire per niente e lui mai mi abbandonerà in preda allo sconforto e disperazione. Mamma, ora vivo qui dentro momentaneamente ma non sarà per tanto perché non è degna essere chiamata vita, la vita qui dentro, purtroppo sono costretto nel starci, ma non per molto credimi… Io in una maniera o nell’altra da qui me ne vado. Lo farò credimi, solo per restare bene una volta per tutte…”.
Sembra proprio che Massimo Bossetti voglia farla finita. Non riesce a sopportare questa condizione. Forse è inquieto perché a breve arriverà la sentenza e sa bene che rischia l’ergastolo. Qualche giorno va è avvenuta la requisitoria del pm nel processo sul delitto di Yara Gambirasio. Bossetti era presente in aula ma è rimasto impassibile, anche quando il pubblico ministero ha ricordato gli ultimi, dolorosi, attimi di vita della giovane Yara. Bossetti, secondo voi, è innocente e colpevole. Per molti il muratore è solo una vittima, l’ennesima, della giustizia. Tra gli innocentisti c’è anche il giornalista Vittorio Feltri, secondo cui la requisitoria della scorsa settimana è stata alquanto “lacunosa” e “poco convincente”. Feltri ha detto che sussistono diversi motivi per cui Bossetti non si può reputare colpevole, visto che l’impianto accusatorio si fonda solo sulla prova del Dna, che tra l’altro non è replicabile, e su sillogismi non provati esaustivamente. A sostenere l’innocenza del muratore di Brembate anche la moglie, Marita Comi, che durante un’intervista rilasciata a Repubblica ha asserito:
“Massimo mi ha detto tutto. Sono convinta che non c’entri niente con la morte della povera Yara, ma non voglio dire di più, non sarebbe corretto. C’è un processo in corso. Molte delle accuse contro mio marito si stanno rivelando meno solide di quanto sembravano all’inizio… Volevo capire e per capire gli ho chiesto tutto quello che mi sembrava chiedergli. Ha detto che sono stata più incalzante della pm. Io per prima volevo essere convinta della sua innocenza. Conosco troppo bene mio marito, se racconta bugie me ne accorgo subito”.
Per Marita, insomma, Massimo Bossetti è estraneo alla vicenda. Non è lui l’omicida di Yara Gambirasio. La vicenda, inevitabilmente, ha creato disagi anche alla moglie del muratore, che è disoccupata e nessuno vuole darle un lavoro:
“Ho mandato in giro curriculum, ho fatto anche dei colloqui, ma nessuno pare disposto ad offrirmi un lavoro. Dicono che non vogliono scocciature, né giornalisti appostati fuori dagli uffici”.