Vigile timbrava cartellino e andava a pescare
Ennesimo caso di ‘furbetti del cartellino’. Un maresciallo dei vigili di Pescara timbrava il badge e poi andava a pescare con gli amici. Oppure giocava ai videopoker.
Vigile pedinato dai finanzieri
E’ veramente nauseante la condotta del vigile pescarese. Attestava falsamente la sua presenza in ufficio. In sostanza percepiva denaro pubblico ma non lavorava. Si divertiva sul lungomare, a Pescara, con gli amici. A scoprire il vigile truffaldino sono stati i militari della Guardia di Finanza. I pedinamenti sono andati avanti per un paio di mesi. L’uomo risultava in ufficio ma, in realtà, pescava con gli amici o giocava ai video poker. L’uomo, un maresciallo 61enne addetto al controllo ambientale, è adesso agli arresti domiciliari.
Il vigile di Pescara dovrà rispondere di truffa pluriaggravata a danno di un ente pubblico con abuso di poteri e violazione dei propri doveri. Sarà dura, adesso, per il maresciallo pescarese, visto che il Governo ha appena varato di decreto ‘anti furbetti’. Il nuovo provvedimento prevede, tra l’altro il licenziamento in tronco del dipendente sorpreso in flagrante a timbrare il cartellino e poi uscire.
Decreto ‘anti furbetti’: dipendenti fannulloni rischiano grosso
Il dirigente, in base al decreto ‘anti furbetti’ deve sospendere il dipendente truffaldino dal lavoro ed inviare subito i documenti all’ufficio competente. Questo, entro un mese, dovrà licenziare il soggetto infedele.
La vita si fa dura anche per i dirigenti che ‘chiuderanno un occhio’. Se non verrà sospeso il dipendente fannullone e iniziato il procedimento disciplinare, il dirigente rischierà sia il licenziamento che una condanna penale. La storia del vigile di Pescara ricorda un po’ quella diventata virale mesi fa. Era stato scoperto infatti che un vigile ligure timbrava il cartellino in mutande e poi si faceva i fatti propri.
Per il maresciallo di Pescara e per tutti coloro che attesteranno falsamente di essere in servizio si farà veramente dura. In base dal decreto Madia, infatti, i dipendenti fannulloni dovranno pagare allo Stato anche i danni d’immagine.