Dipendenti e funzionari del comune di Sanremo assenteisti. La notizia che ha sconcertato tutt’Italia e non solo tiene ancora banco. L’emblema della vicenda è senza dubbio un vigile che è stato immortalato mentre timbrava il cartellino in mutande
“Per ciascun fatto abbiamo le prove che niente è come è stato descritto nelle accuse”, ha detto la moglie di Alberto Muraglia, vigile assenteista di Sanremo che, come molti altri colleghi, timbrava il badge e poi si rilassava, invece di lavorare. Il vigile, lo ricordiamo, è agli arresti domiciliari e quindi non può rilasciare interviste e commenti in merito a questa imbarazzante vicenda.
La moglie di Muraglia ha reso noto, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere, che suo marito “è sempre stato un motivo di orgoglio per il Comune e adesso guarda cosa doveva capitare… Per ciascun fatto abbiamo le prove che niente è come è stato descritto nelle accuse. Dicono che si allontanava dal servizio e invece abbiamo carte e testimoni che dimostrano che stava lavorando eccome! Dicono che timbrava in ritardo per far la cresta sugli straordinari eppure non ha mai preso un centesimo di straordinario se non richiesto e approvato dai suoi superiori per motivi certificati”. E quelle foto che mostrano moglie e figlia del vigile che timbrano il cartellino? Come spiegarle? La moglie di Muraglia ha una giustificazione anche per queste circostanze: “È che magari si ricordava del timbro mentre era sotto la doccia e ci diceva: per favore vai tu? Non era un imbroglio, mi creda. Noi siamo gente perbene”.
In sostanza, il vigile andava in mutande, spesso, a timbrare il cartellino perché non si era ricordato di farlo alla fine della giornata lavorativa; quindi tornava in ufficio quando era già in borghese. Voi che ne pensate? Condividete la giustificazione della moglie di Muraglia o la ricostruzione degli investigatori?