Vespa intervista figlio Totò Riina: “Porta a Porta” va sospeso?
Ha destato scalpore l’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina, il boss mafioso attualmente in carcere. C’è chi, addirittura, ha chiesto la sospensione della trasmissione ‘Porta a Porta’
A molte persone non è andato proprio giù il fatto che il noto giornalista italiano e conduttore del celebre programma su Rai Uno abbia intervistato il figlio di Riina, che tra l’altro, anche lui è condannato per mafia. In realtà, come Vespa e la Rai hanno fatto notare, non esiste nessuna norma che vieta ai giornalisti di intervistare criminali, mafiosi o mostri: è proprio la legge che ha creato l’ordine nazionale dei giornalisti che stabilisce l’obbligo di chi svolge tale professione di “restituire la verità sostanziale dei fatti”. I giornalisti, insomma, non intervistano solo persone buone, ma anche i cattivi, i crudeli, i mafiosi. Una persona che intervista solo buone e integerrime persone è un ‘non-giornalista’. Vespa e la Rai, in fondo, hanno voluto intervistare il figlio di Totò Riina per far capire meglio la Mafia, piaga risalente italiana, fonte di tantissimi problemi. Alla luce di quanto detto, però, non possiamo acclamare Bruno Vespa perché, per essere precisi, non ha intervistato il figlio di Riina, l’ha semplicemente lasciato parlare sulla sua vita insieme al padre. Ecco perché si è trattato più di un monologo che di un’intervista. Emblematiche le parole di Carlo Fava su come dovrebbe essere fatta un’intervista a un soggetto del calibro di Salvo Riina:
“Se quell’intervista hai voglia e gli attributi per farla, la fai come si deve, costringendo il cerimonioso rampollo a parlare degli ammazzati collezionati dal padre, dell’odore del napalm che attraversava quegli anni palermitani, dei soldi accumulati dal suo genitore, del potere esercitato, delle obbedienze ricevute. Dei suoi amici gli chiederei. Dei protettori, dei servi, degli imbelli. Gli chiederei di parlare di Cosa Nostra, altrimenti aria!”.
Insomma, per molti l’intervista, anzi il monologo di Salvo Riina, non è altro che la legittimazione della mafia. Senza considerare che il figlio di Toto Riina ha anche scritto un libro che, dopo l’ospitata a ‘Porta a Porta’, farà registrare sicuramente un boom di vendite. Insomma, Vespa e ‘Porta a Porta’ hanno fatto bene alla mafia: lo pensano in molti. Pare che la Rai stia già pensando a una ‘puntata riparatrice’, ovvero a una puntata in cui parlano personaggi opposti a Salvo Riina per tipo di vita. Secondo voi una puntata del genere servirebbe a ‘spegnere il fuoco’? Secondo noi, no. Il guaio, ormai, è già stato fatto: si è dato risalto al figlio di un mafioso, che per qualche minuto è diventato una sorta di star.
E’ inammissibile ascoltare il figlio di una persona che ha ordinato l’uccisione di moltissime persone, facendo sciogliere nell’acido anche un bimbo. E’ ingiusto dare visibilità a un soggetto del genere che, riferendosi a Totò Riina, ha detto:
“Amo mio padre e la mia famiglia, non tocca a me giudicare le azioni della mia famiglia”.
Dal canto suo, Vespa difende la sua scelta poiché “per combattere la mafia, che tuttora è potente e gode di protezione diffusa, bisogna conoscerla”. Secondo voi “Porta a Porta” è un programma che ora andrebbe sospeso?