Bella veramente la vita dei dipendenti pubblici venezuelani, visto che la settimana di lavoro è veramente breve: dura due giorni. In realtà ciò è effetto di una decisione del Governo per fronteggiare la problematica energetica
L’Esecutivo ha ordinato agli impiegati pubblici di lavorare solo due giorni a settimana. La misura, a carattere transitorio, è stata adottata per risolvere la crisi energetica. Aristobulo Isturiz, vicepresidente del Venezuela, ha reso noto che i dipendenti pubblici dovranno recarsi in ufficio solo il lunedì e il martedì. La siccità sta creando seri problemi al Paese sudamericano: i fiumi sono secchi così come la principale fonte idrica della nazione, ovvero la diga di Guri. Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, aveva già esortato i dipendenti pubblici a non recarsi in ufficio il venerdì per evitare di consumare troppa energia elettrica. Maduro ha rivelato alla CNN:
“Stiamo chiedendo aiuti internazionali e stiamo gestendo la situazione nel miglior modo possibile mentre aspettiamo che tornino le piogge”.
L’arsura sta piegando il Venezuela, nazione connotata da un elevato consumo interno di energia. Il Governo ha adottato altre misure per combattere la crisi energetica, come la chiusura anticipata dei centri commerciali e lo spostamento in avanti di mezz’ora delle lancette degli orologi. Si cerca, insomma, di ridurre la richiesta di energia elettrica. Fino a quando la crisi energetica non sarà terminata, dunque, i dipendenti pubblici venezuelani dovranno recarsi al lavoro solo due giorni a settimana. L’opposizione, però, ha criticato Maduro e il Governo per la pessima gestione della crisi. Le misure annunciate in tv da Isturiz riguardano due milioni di lavoratori del settore pubblico. Il vicepresidente del Venezuela ha detto:
“Nessuno del settore pubblico si recherà al lavoro il mercoledì, il giovedì, e il venerdì, ad eccezione dei compiti fondamentali e necessari”.
Il presidente Maduro ha assicurato ai dipendenti pubblici che tutto tornerà alla normalità quando tornerà a piovere. Adesso il Venezuela è preda degli effetti del fenomeno meteorologico El Nino. Maduro ha sottolineato che si sta facendo il possibile per gestire la situazione nel migliore dei modi, in attesa dell’arrivo delle piogge. I deficit energetici degli ultimi tempi non hanno fatto che esacerbare la già difficile situazione economica della nazione sudamericana che, da molti anni, è ostaggio di una grave crisi economica. Molti uomini d’affari e politici dell’opposizione ritengono che la grave crisi economica venezuelana sia anche dovuta al forte calo del prezzo del maggiore prodotto esportato dalla nazione, l’olio.
La misura di portare avanti le lancette dell’orologio di 30 minuti era già stata adottata dal predecessore di Maduro, Hugo Chavez. Ora, a causa di una grave siccità, il serbatoio di Guri, che soddisfa il fabbisogno energetico di quasi due terzi della popolazione venezuelana, è quasi vuoto. Per fronteggiare il tremendo problema energetico, il Governo venezuelano ha anche esortato, soprattutto le donne, a usare l’asciugacapelli con parsimonia. Le misure adottate dal Governo, però, non piacciono a molti cittadini che contestano i numerosi problemi presenti nel Paese, a cominciare dalla povertà e dalla mancanza di lavoro. Ora ci si mette anche la crisi energetica. Non è meglio che il Venezuela diventi un po’ meno dipendente dalla diga di Guri?