Usa depennano Cuba da lista nazioni sponsor terrorismo
Oggi è un giorno importante per Cuba, visto che è stata rimossa dagli Usa dall’elenco delle nazioni sponsor del terrorismo. La notizia è stata
resa nota dal Dipartimento di Stato Usa. La decisione non fa altro che consolidare le relazioni tra Cuba e Stati Uniti, recentemente riprese brillantemente.
Il Congresso non ha sollevato nessuna obiezione alla richiesta fatta dal presidente Barack Obama. Il Dipartimento di Stato ha reso noto che “Cuba ha rispettato i criteri per la rimozione dalla lista nera“, ma gli Usa non condividono ancora “una serie di politiche e azioni da parte di Cuba”.
Adesso, nella lista nera delle nazioni sponsor del terrorismo ci sono solamente Sudan, Iran e Siria. Per rafforzare maggiormente le relazioni, Usa e Cuba dovranno designare i corrispondenti ambasciatori. Ricordiamo che negli Usa vige ancora l’embargo nei confronti dei prodotti cubani. Obama ha già chiesto al Congresso la revoca del provvedimento in vigore dal lontano 1962.
La rimozione dalla lista nera è un atto richiesto proprio dall’Avana come condizione per la nomina di un ambasciatore cubano negli Stati Uniti. Obama ha mantenuto la promessa.
Il Dipartimento di stato Usa ha anche evidenziato che “il governo cubano non ha fornito alcun sostegno al terrorismo internazionale negli ultimi sei mesi, e ha fornito rassicurazioni che non sosterrà atti di terrorismo in futuro”. L’inserimento di Cuba nella black list di nazioni sposnsor del terrorismo risale al 1982, in quanto l’isola accoglieva soggetti pericolosi come rivoluzionari comunisti dell’America Latina o membri dell’Eta.
Josefina Vidal, rappresentante della delegazione cubana ai colloqui con gli Stati Uniti, ha detto: “La realtà ci indica che esistono ancora richieste di milioni di dollari in appoggio a questo tipo di programmi, che Cuba considera illegali e il cui obbiettivo è di provocare cambiamenti nel nostro Paese. Ma Vidal ha anche sottolineato che di certo, quanto ottenuto negli ultimi mesi deve essere considerato un progresso”. Gli Usa pretendono, ora di parlare liberamente, a Cuba, con tutti i cubani, anche con i critici.