Tutto quello che c’è da sapere sui codici a barre
Composto da barre nere e spazi bianchi accompagnati da una serie inequivocabile di numeri il codice a barre è il simbolo grafico di identificazione più utilizzato al mondo nei prodotti.
Grazie al codice a barre ogni prodotto è come se portasse una sorta di carta d’identità con sé, questo codice contiene una serie di informazioni utili a garantire l’identificazione e la tracciabilità del prodotto, rendendolo unico.
Esistono moltissimi tipi di codici a barre ma noi oggi spiegheremo in maniera dettagliata il più conosciuto, chiamato GS1 EAN 13.
Come è fatto un codice a barre?
Il codice a barre è composto da due moduli, questi moduli sono composti da dalle linee nere o da delle linee bianche, che noi comunemente consideriamo spazi. Grazie al riflesso della luce del sole possiamo utilizzare il nostro codice a barre e proprio per questo motivo è composto dal bianco e dal nero. Lo scopo del codice a barre è proprio quello di essere decodificato e per farlo è necessario un lettore di codici a barre che scansiona le 95 colonne, o moduli, riuscendo a controllare la quantità di luce che viene emessa dal laser. Il laser leggerà i moduli in codice binario traducendo le linee bianche in 1 e le linee nere in 0.
Che cos’è un codice a barre?
Una volta aver capito come viene creato un codice a barre, andiamo a vedere che cos’è più nello specifico. Esistono due tipi di codice a barre differenti: quelli lineari o 1D e quelli bidimensionali o 2D.
I codici a barre più classici, quelli che vediamo tutti i giorni quando andiamo ad acquistare un prodotto qualsiasi rientrano nella categoria 1D.
Invece, i QR code, i Data Matrix e tutti i codici farmaceutici fanno parte dei moduli bidimensionali in 2D.
Possiamo quindi affermare che anche quando non vediamo chiaramente delle barre nette bianche e nere, siamo comunque in presenza di un codice a barre.
Funzionamento di un codice a barre
Il codice a barre funziona, come detto precedentemente tramite uno scanner barcode. Se la prima barra non riflette la luce è 1 e se la riflette è 0 e continua così fino alla fine di tutti i moduli. Una volta aver scansionato tutte le 95 colonne lo scanner suddivide questo lunghissimo numero in 15 sezioni. 12 di queste sezioni vengono utilizzate per rappresentare simbolicamente le 12 cifre scritte vicino al codice a barre.
Le altre 3 sezioni rimanenti vengono utilizzate come punto di riferimento e servono a dividere in due il codice.
Queste informazioni sono molto importanti, perché il codice fine codificato in due modi differenti. Nonostante questo metodo differito possa sembrare un’inutile complicazione, non è così. Infatti, i due differenti metodi di codifica permetto allo scanner barcode di capire se il codice è capovolto o meno. In fase di lettura, lo scanner barcode capovolgere automaticamente il codice e così facendo riesce sempre a leggerlo nella maniera corretta.
Cosa significano le cifre del codice a barre?
Abbiamo spiegato il significato e l’utilizzo delle barre ma non dimentichiamoci dei numeri posti al di sotto di esse, cosa significano? I primi sette numeri partendo da sinistra corrispondono al produttore, il quale GS1, l’organizzazione mondiale che gestisce i principali standard della codifica ha destinato questo prefisso, di questi sette numeri i primi due ne indicano l’origine, lo stato per intenderci.
Andando avanti, i successivi cinque numeri riportano il codice prodotto. L’ultimo numero, chiamato anche “cifra di controllo” serve ad evitare errori di lettura, in sostanza il computer compie un calcolo che deve riportare come risultato quest’ultimo numero. Si arriva così a tredici numeri che compongono la sequenza numerica del codice a barre