“Taxi Teheran”, il film diretto dal regista iraniano Jafar Panahi, attualmente in carcere per aver violato la rigida legge iraniana, è approdato ieri, 27 agosto 2015, nei cinema italiani
La pellicola che ha trionfato alla Berlinale è particolare, visto che il regista l’ha girata essenzialmente nel suo taxi. Ha posato la telecamera sul cruscotto ed ha ascoltato le storie dei clienti, immortalando anche le strade animate della splendida Teheran.
Panahi non ha fatto altro che ritrarre la città iraniana con una telecamera. Teheran, una città bella ma piena di contraddizioni, come l’Iran del resto. Il regime soffoca le libertà e i primi a risentirne sono proprio gli artisti come Panahi, che è destinato a restare in carcere per molto tempo. Commovente il momento in cui, alla Berlinale, l’Orso d’Oro è stato ritirato dalla nipote di Jafar.
Panahi non è intimorito dalla dura legge italiana e continuerà, contro tutto e tutti a svolgere il suo mestiere. Tempo fa disse: “Sono un cineasta. Non posso fare altro che realizzare film. Il cinema è il mio modo di esprimermi, ed è ciò che dà un senso alla mia vita. Niente può impedirmi di fare film e quando mi ritrovo con le spalle al muro, malgrado tutte le costrizioni, l’esigenza di creare si manifesta in modo ancora più pressante. Il cinema in quanto arte è la cosa che più mi interessa. Per questo motivo devo continuare a filmare, a prescindere dalle circostanze: per rispettare quello in cui credo e per sentirmi vivo”.