E’ emerso, ultimamente, un filone attiguo alla vicenda Stamina, metodo che ha fatto sognare, almeno per un po’, tanti malati e i loro parenti. Si è detto tanto del metodo miracoloso che si fonda sull’utilizzo di cellule staminali e tanto si dirà, almeno finché la giustizia non metterà fine alla vicenda. Nelle ultime ore si sta parlando di una figura chiave della Stamina Foundation, ovvero il pediatra Mario Andolina, che è finito ai domiciliari assieme ad altre 4 persone, tra cui un chirurgo plastico.
Andolina e le altre persone finite in manette avrebbero cercato, secondo l’accusa, di raggirare i pazienti e le loro famiglie per lucrare. In sostanza, il pediatra e i suoi amici volevano far credere di poter guarire ma, in realtà, hanno giocato sulla vita di molte persone. Ad arrestare Andolina e gli altri soggetti sono stati, ieri, i carabinieri dei Nas di Brescia, diretti dal pm Valeria Bolici. Alla fine, dunque, il fido collaboratore di Vannoni è finito ai domiciliari. Era prevedibile.
L’arresto di Andolina è stato reso noto dai Nas, che hanno diffuso il seguente comunicato. “Nelle prime ore di questa mattina è scattata l’indagine Elfo. I carabinieri del Nas di Brescia hanno disarticolato un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa di pazienti, anche minori, affetti da gravi patologie neurodegenerative o genetiche, cui venivano somministrati asseriti farmaci innovativi presentati come fondati su cellule staminali ed esosomi ed efficaci nella cura delle più varie malattie, in realtà privi di efficacia terapeutica, potenzialmente pericolosi per la salute e prodotti senza autorizzazione alcuna… Eseguita dopo l’avvallo del gip la misura degli arresti domiciliari nei confronti di cinque soggetti, tra cui due medici”.
Gli inquirenti hanno asserito che gli arrestati avevano fatto credere a tanti malati di leucemia, Sla, o Sma che sarebbero guariti se avessero sborsato del denaro, fino a 13.000 euro. Tra i pazienti raggirati ci sarebbero anche 6 bimbi. Andolina avrebbe continuato a prendere in giro malati e parenti anche dopo lo stop alle infusioni, che ha lasciato privi di cure molti pazienti. Il pediatra avrebbe alterato in Svizzera cellule derivanti dal tessuto adiposo, solitamente prelevato nel suo studio. Gli inquirenti hanno scoperto che le terapie ideate da Andolina non solo non avevano alcuna efficacia ma erano anche deleterie e prive di autorizzazione. Anche le altre persone finite in manette avevano chiesto ingenti somme di denaro per le cure, propinate ai malati per via endovenosa in assenza di qualsiasi giudizio clinico.
La moglie di Andolina ha commentato così l’arresto del marito: “Mio marito non ha nulla da dire. Ha promesso ai carabinieri di non rilasciare dichiarazioni”.