Una somala incinta è stata stuprata a Roma da due romeni 29enni. E’ accaduto nel quartiere Esquilino, all’interno di una scuola, la Galileo Galilei, in via Conte Verde. Le urla della ragazza sono state udite da molte persone che, subito, hanno chiamato i carabinieri. Questi, una volta arrivati, hanno visto i due energumeni che appagavano i loro impulsi animaleschi sulla somala. Alcuni hanno riferito ai militari che l’immigrava gridava “lasciatemi andare, mi fate male… aiuto, non voglio”.
I carabinieri hanno immediatamente portato i due romeni in caserma, invitando la somala ‘in stato interessante’ a rivestirsi. La donna è poi stata condotta in ospedale per accertamenti: pare non si sia voluta sottoporre agli esami per verificare lo stupro. Basta già, comunque, quello che hanno visto e udito testimoni e carabinieri.
La somala, residente nel Reatino, ha rivelato ai carabinieri di aver conosciuto uno dei romeni nel pomeriggio e di aver bevuto con lui un drink; poi l’immigrato le avrebbe detto di andare in un “posto tranquillo”. Una volta arrivati in un locale abbandonato del Galileo Galilei, è spuntato l’altro romeno. I due hanno afferrato la somala, al settimo mese di gravidanza, e, dopo averla spogliata, hanno iniziato a violentarla. Quando sono arrivati i carabinieri, la donna aveva indosso solo il reggiseno. Ai militari i romeni hanno detto che la somala era bendisposta al rapporto ‘intimo’:
“Era consenziente, noi non abbiamo violentato nessuno”.
I militari non hanno creduto agli immigrati in quanto avevano visto con i loro occhi che la donna si dimenava con tutta la sua forza per sottrarsi dalle grinfie dei due balordi. Momenti terribili quelli passati dalla somala incinta a Roma, che difficilmente dimenticherà presto. I due romeni sono indagati per violenza sessuale. E poi dicono che la barbarie vive solo in determinati Paesi in certe organizzazioni terroristiche come l’Isis. No, crudeli e spietati come i miliziani del sedicente Stato Islamico sono anche insospettabili soggetti come i romeni che hanno violentato la somala a Roma. Anzi, dobbiamo precisare che per l’Isis non possono essere stuprate le donne incinte: ecco perché alle schiave vengono somministrate continuamente pillole anticoncezionali. Se una schiava resta incinta non vale più nulla. Il valore di una schiava infatti è dato dalla sua ‘stuprabilità’.
Un altro femminicidio a Roma, a due passi dalla Stazione Termini, spesso teatro di episodi di violenze. Un’altra donna vittima del cinismo bieco di due uomini, due romeni, che ritengono inferiore, senza alcuna ombra di dubbio, il ‘gentil sesso’. E’ ora di dire basta a tutto ciò.