Protesi mammarie Pip: prime condanne a Torino
Si torna a parlare delle protesi al seno difettose prodotte dalla Pip. Oggi a Torino sono arrivate le prime condanne. Il magistrato La Gatta ha condannato Jean Claude Mas e Claude Couty, rispettivamente fondatore e dirigente della Pip
Sia Mas che Couty sono stati considerati dal giudice La Gatta rei di frode in commercio. Prescritta, invece, la violazione del “codice del consumo”. Diversi i motivi per cui, secondo il pm Raffaele Guariniello, le protesi mammarie erano dannose, come la “fragilità dell’involucro”, la “carenza di resistenza meccanica” e il rischio di fuoriuscita del gel, nocivo per la salute se a contatto coi tessuti.
Le protesi sono state impiantate a tantissime donne. La Pip, lo ricordiamo, ha cessato di svolgere la sua attività 5 anni fa. L’azienda francese avrebbe usato, per realizzare le protesi in questione, del gel diverso da quello per cui aveva ottenuto la certificazione CE. Una condotta abominevole perché ha messo a repentaglio la vita di molte donne, ignare della lesività del gel.
Ricordiamo che, solamente in Italia, sono state 5.000 le donne a cui sono state impiantate le protesi Pip. Molte si sono già costituite parte civile nel processo che si svolgerà in Francia. Le donne francesi, invece, a cui sono state impiantate le protesi difettose sono circa 30.000.
L’avvocato D’Ambrosio ha detto: “La Pip come società è già fallita. Ma ci si può costituire come parte lesa ugualmente al processo perché esiste la possibilità di rivalersi come parte lesa contro la Tuv Rheinland, l’ente certificatore che non bloccò la diffusione delle protesi dannose”.
E’ stato accertato che quel gel contenuto nelle protesi Pip era cancerogeno. L’errore dell’azienda transalpina è stato quello di voler massimizzare il suo profitto utilizzando silicone industriale, che costa molto meno degli altri, senza prendere in considerazione che così facendo avrebbe messo in pericolo la vita di moltissime persone.