L’infermiera di Piombino Fausta Bonino, accusata di aver provocato la morte di 13 pazienti con bombe di eparina si dice innocente e giura sui suoi figli di non aver mai fatto nulla di male alle persone ricoverate presso l’ospedale toscano
Durante l’interrogatorio di garanzia presso il carcere Don Bosco di Pisa, la Bonino respinge ogni addebito e dice di essere innocente. Presente all’interrogatorio anche il legale dell’infermiera. Cesarina Barghini, che ha dichiarato:
“Serviranno altre investigazioni difensive, andremo a ritroso cominciando ad indagare sull’ultimo dei decessi, quello del 29 settembre, che a nostro avviso è fondamentale per stabilire poi la responsabilità anche degli altri. Per garantire l’incolumità della mia assistita, che è stata dipinta in questi giorni come un mostro. L’epilessia, patologia per la quale è in cura da oltre un decennio, non trasforma le persone in mostri omicidi”.
Il legale della Bonino ha sottolineato che la sua assistita, diversamente dall’infermiera di Lugo, Daniela Poggiali, che si divertiva a scattarsi selfie con i pazienti morti, non ha compiuto nessun gesto macabro e l’unico indizio a suo carico è un eccesso di morti nell’ospedale di Piombino mentre lei era in servizio. Per l’avvocato Barghini Fausta è divenuta un capro espiatorio in quanto “era il soggetto più debole e più facile da colpire da chi aveva interesse a coprire determinate lacune o inadempienze”.
Intanto le indagini vanno avanti per verificare se nel nosocomio di Piombino si sono verificate altre morti sospette. Intanto la Bonino si dichiara innocente e lo giura sui figli. Sarà vero? Fausta è veramente un capro espiatorio per nascondere le malefatte altrui? E allora come si spiegano quelle bombe di eparina, farmaco che diventa letale se somministrato a dosi elevate? Fausta Bonino, originaria di Savona, vive in Toscana da molti anni e dal carcere chiede che le vengano mostrate le prove della sua colpevolezza. Davanti al gip Fausta non si è mai mostrata titubante: è stata sempre sicura di se stessa, ribandendo più volte la sua innocenza. La 55enne ha anche annunciato la sua volontà di querelare il figlio di una paziente che ha rivelato di aver vista fare un’iniezione alla madre che, dopo qualche ora, è deceduta. “Ditemi per favore quali sono le prove contro di me, non riesco a capirle”, ha detto Fausta al gip Antonio Pirato, ricordando di aver scelto di fare l’infermiera per salvare le persone, non per ucciderle. Durante l’interrogatorio fiume, durato 3 ore, la Bonino e il suo avvocato hanno cercato di far cadere i fondamenti dell’accusa. La 55enne ha sottolineato di non essere alcolizzata, drogata e depressa, ricordando però di aver sofferto di epilessia, patologia che non le ha mai creato problemi sul lavoro. Dopo l’interrogatorio in carcere dell’infermiera di Piombino, la Procura ha annunciato la riesumazione di 8 salme per verificare la presenza di eparina o altri medicinali.
Non crede assolutamente che Fausta sia una killer neanche Donatella Gorini, una collega della Bonino, che ha detto:
“Fausta fu una delle prime ad accorgersi degli strani decessi già dopo le prime due o tre morti, ne parlammo con tutti i colleghi e chiedemmo una spiegazione alla direzione”.