Duro colpo per il colosso Parmacotto, che nelle ultime ore ha subito un sequestro di oltre 11 milioni di euro dalle Fiamme Gialle. Gli inquirenti sostengono che gli amministratori dell’azienda Parmacotto avrebbero fatto apparire una florida situazione patrimoniale per ottenere finanziamenti pubblici per 11 milioni di euro. In realtà il bilancio della celebre azienda non era così positivo come era stato fatto credere per incassare soldi dallo Stato.
I fatti risalgono al 2014, quando l’azienda era ricorsa al concordato preventivo in continuità, contemplato dalla legge fallimentare. Secondo la Procura, gli amministratori di Parmacotto, pur di ottenere l’ingente finanziamento pubblico avrebbero fatto credere che la situazione patrimoniale era prospera. Ora i manager dell’azienda sono indagati per truffa aggravata finalizzata ad incassare il finanziamento pubblico. Parmacotto non chiuderà i battenti, però: l’azienda (beni mobili e immobili, macchinari ed altro) verrà amministrata da un esperto designato dalla Procura della Repubblica.
L’amministratore giudiziario della Parmacotto dovrà gestire l’azienda al meglio in modo da recuperare in tempi rapidi la somma che ha ottenuto dallo Stato illecitamente. Parmacotto aveva chiesto il concordato preventivo due volte: nel 2015 e quest’anno. Mediante il concordato preventivo, l’azienda si appella alla clemenza dei creditori, chiedendo loro di non pretendere i 46,2 milioni di euro. I problemi economici della Parmacotto sono davvero grossi: pensate che, secondo il bilancio del 2015, i debiti dell’azienda superavano i 100 milioni di euro. Una cifra considerevole!
E’ probabile che, nei prossimi anni, molti creditori di Parmacotto, come Fimar Carni, Katia Prosciutti e Consorzio Zenit diventeranno soci della storica azienda italiana fortemente indebitata anche con enti come Agenzia delle Entrate, Equitalia ed Inps. E’ veramente incredibile il dissesto finanziario della Parmacotto, iniziato nel 2013, quando il bilancio venne chiuso con perdite per 77,5 milioni di euro. Perché Parmacotto si è ridotta così: il flop è dovuto al mercato o a scelte sbagliate? Beh, riteniamo che il tracollo economico di una delle più grandi realtà imprenditoriali italiane sia stato dovuto sia alla crisi economica che a decisioni avventate ed erronee. Negli ultimi anni, infatti, Parmacotto aveva aperto stabilimenti in varie nazioni. Ebbene, tali filiali hanno solo rappresentato sorgenti di perdite. La società ha perso molto senza guadagnare nulla. Tra gli investimenti più sbagliati c’è sicuramente ‘Parmacottoland’, uno stabilimento realizzato a Marano, voluto fortemente dal numero uno dell’azienda Marco Rosi. Oggi, però, si evince da un rapporto stilato dalla stessa Parmacotto che ‘Parmacottoland’ è stato un grosso sbaglio:
“Tale iniziativa si è rivelata sovradimensionata rispetto alle previsioni di evoluzione del mercato, che peraltro già evidenziava cali continui dei consumi, anche dei generi alimentari“.