Allegria a Roma per il ritorno sulle tavole della pajata, tipico piatto romano bandito 14 anni a causa della diffusione del morbo della mucca pazza. Ieri, 17 marzo, sono venute meno le limitazioni sanitarie introdotte nel 2001.
Grande soddisfazione della Coldiretti che, in tutti questi anni, ha condotto una battaglia per il ritorno della pajata sulle tavole. Ieri è arrivato l’ok del comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea per la rettifica del regolamento comunitario n. 999/2001.
“Un risultato importante per consumatori, ristoratori, cuochi, macellatori e allevatori che oltre ad avere rilevanza sul piano gastronomico ha anche effetti su quello economico con la valorizzazione dell’allevamento italiano in un difficile momento di crisi”, ha dichiarato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ricordando che il risultato importante è stato ottenuto anche grazie alla collaborazione del Ministero della Salute.
Coldiretti ha asserito: “Viene modificato l’elenco degli organi a rischio e consente di recuperare la colonna vertebrale ma, soprattutto, l’intero pacchetto intestinale. Una decisione che mette fine ad un doloroso divieto e apre finalmente le porte al ritorno del piatto più tipico della tradizione romana nella sua forma originale. La pajata è il termine romanesco per definire la prima parte dell’intestino tenue del vitello da latte che è stato fino ad oggi sostituito nei ristoranti e nelle trattorie dall’intestino d’agnello. E’ l’ingrediente principale di uno dei piatti più tipici della cultura gastronomica della capitale: i rigatoni con la pajata ma in alternativa può essere proposta alla brace, in forma di spiedino”.