Nazionale, Conte rinviato a giudizio per combine: lascerà panchina?
Antonio Conte, ct della Nazionale italiana di calcio, è stato rinviato a giudizio. Che farà ora? Allenerà gli azzurri in occasione dei prossimi Europei in Francia? E poi continuerà con la medesima tattica difensiva? Finora, lo ricordiamo, l’allenatore pugliese ha chiesto l’archiviazione o il rito immediato.
Il portiere Coppola ha rivelato che Conte, quando era ct del Siena, era a conoscenza del fatto che il match Albinoleffe-Siena fosse truccato ma non fece nulla. Ricordiamo che Antonio Conte è già stato squalificato per 4 mesi per omessa denuncia. Gli avvocati del ct della Nazionale hanno detto di essere “molto perplessi e stupiti dal cambio di impostazione dell’ultimissima ora”. Conte sarebbe stato rinviato a giudizio perché avrebbe violato gli accordi siglati tra ct della Federcalcio in base ai quali l’allenatore deve “salvaguardare la condotta morale e sportiva dei calciatori oltre che mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della correttezza e della probità”.
A Conte, dunque, viene imputata una responsabilità particolare, ovvero quella di non aver rispettato obblighi di massima contemplati in un contratto collettivo. Conte, nonostante sia demoralizzato, non intende lasciare la panchina della Nazionale: “Sono amareggiato, ma vado avanti“.
Antonio Conte gode del sostegno morale del presidente della Figc Tavecchio, che crede nella sua innocenza. La Procura di Cremona ha rinviato a giudizio altre 103 persone, oltre ad Antonio Conte, come Stefano Colantuono, attuale ct dell’Udinese, il calciatore della Lazio Stefano Mauri e Beppe Signori. Secondo la Procura sarebbero state veramente tante le partite combinate.
Chiesto il rinvio a giudizio anche per i tennisti Daniele Bracciali e Potito Starace: sono accusati di associazione a delinquere per episodi risalenti al periodo che va dal 2007 al 2011.