Napoli, assenteisimo al Cardarelli: centralinisti lavoravano 24 ore di seguito
L’assenteismo è una grave piaga italiana. Purtroppo ci sono ancora molti furbetti in azione. Negli ultimi tempi sono stati beccati diversi centralinisti dell’ospedale ‘Cardarelli’ di Napoli che, invece, andare a lavorare si facevano i fatti propri. Il problema è che risultavano al lavoro e venivano pagati. Anzi, si facevano pagare anche gli straordinari!
Alla fine del mese, i furbetti del Cardarelli incassavano retribuzioni cospicue per l’elevato numero di straordinari che facevano risultare fraudolentemente. Il dirigente della struttura, a un certo punto, si è insospettito ed ha segnalato la vicenda alle forze dell’ordine.
“Per 18 ore, ma anche addirittura 24 ore di seguito. Queste ed altre anomalie mi hanno spinto a presentare una segnalazione alla Polizia. Agli agenti del Commissariato Arenella e del drappello va dato tutto il merito: erano già al lavoro su questo caso per stanare gli assenteisti“, ha dichiarato Ciro Verdoliva, direttore della struttura ‘Acquisizione di beni e servizi’ del nosocomio di Napoli.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Mattino, Verdoliva ha sottolineato che la segnalazione alla Polizia è stata fatta un mese fa, ma sospettava da tempo che qualcuno stava imbrogliando.
Il manager del Cardarelli ha affermato riguardo agli episodi di assenteismo e ai meccanismi per accertare le presenze:
“Nel 2015 è stato introdotto un sistema di rilevazione delle presenze informatizzato. Già negli ultimi mesi, il caposervizio dell’ospedale mi ha parlato di un eccessivo monte ore di lavoro straordinario, in media tra le 50 e le 60 ore al mese, ma anche il doppio, nonostante il numero adeguato di dipendenti impegnati per coprire i turni h 24 al centralino telefonico, e non solo… Turni consecutivi, anche di notte, o senza soluzione di continuità tra lavoro ordinario e straordinario, fino ad arrivare a 18/24 ore di seguito. E i giorni indicati, cui quelli di smonto e di riposo”.
I centralinisti assenteisti devono senz’altro restituire il maltolto, rischiando anche il licenziamento al termine di un procedimento disciplinare.