Una volta scontata la pena, Luigi Chiatti, il ‘mostro di Foligno’ non sarà rimesso in libertà ma per almeno 3 anni dovrà soggiornare in un casa di cura e custodia. Lo ha stabilito nelle ultime ore il tribunale di sorveglianza di Firenze
Quando uscirà dal carcere, insomma, Chiatti verrà internato in una di quelle strutture che hanno preso il posto degli ospedali psichiatrici giudiziari. Il tribunale di sorveglianza, perciò, si è conformato alla decisione della Corte d’assise di appello di Perugia, secondo cui Luigi Chiatti, dopo aver scontato la pena, dovrebbe essere ricoverato in una casa di cura e custodia. Niente da fare, dunque, per il difensore del ‘mostro di Foligno’, che si è sempre opposto al ricovero del suo assistito.
Luigi Chiatti, lo ricordiamo, uccise nel 1992 Simone Allegretti, un bimbo di 3 anni; l’anno dopo, invece, freddò il 13enne Lorenzo Paolucci. Oggi il geometra ha 48 anni e sta scontando la sua pena. Per il tribunale di sorveglianza Chiatti presenta ancora “aspetti di particolare gravità che inducono a ritenerlo persona socialmente pericolosa”. L’omicida avrebbe confessato di aver scoperto nelle Sacre Scritture la ragione del suo terribile comportamento.
“Una volta libero o anche solo meno protetto Chiatti potrebbe «agire nuovamente e non necessariamente contro minori ma anche contro qualunque persona o contro se stesso”, ha sottolineato il tribunale di sorveglianza, secondo cui Chiatti “deve vivere in un ambiente totalmente controllato che lo protegga e dove dovrà essere seguito soprattutto da un punto di vista psicofarmacologico e psicoterapeutico”. L’avvocato delle vittime, Giovanni Picuti, attendeva speranzoso la sentenza del tribunale di sorveglianza: “Nessuna sorpresa in relazione al rigetto del ricorso proposto dai difensori di Chiatti, la cui pericolosità sociale non potrà essere messa in discussione, né oggi né in futuro. Il provvedimento, tuttavia, non offre alcuna soluzione di natura pratica. Esso non incide sulla sostanziale e definitiva risoluzione della vicenda omicidiaria. Il periodo di internamento stabilito dalla corte d’assise in considerazione della avvenuta soppressione degli Opg, dà poche garanzie. Le nuove strutture che il Ministero della Sanità dovrà predisporre non possono costituire validi equipollenti alle carceri giudiziarie, i soli luoghi in grado di prevenire rischi di reiterazione di così gravi reati come quelli commessi dal ‘mostro di Foligno’, che tale era e tale rimane. Il controllo dell’internato, fissato per la durata di tre anni, non può essere demandato ad infermieri o medici”.
Luigi Chiatti sta scontando 30 anni di reclusione per aver ucciso i due minori. I giudici d’Appello riconobbero la sua seminfermità mentale. La Cassazione, nel 1997, confermò la sentenza d’Appello. Il padre di una delle piccole vittime, Luciano Paolucci, ha detto tempo fa: “Ho già perdonato Luigi Chiatti ma non perdonerei chi lo dovesse far uscire dal carcere se non in condizioni di assoluta sicurezza”.