Milano: ergastolo per Claudio Giardiello
La pistola usata da Claudio Giardiello per fare una strage era già nel tribunale di Milano. Lo ha confessato il diretto interessato prima della condanna all’ergastolo.
Gup accoglie richiesta pm: carcere a vita per Giardiello
Claudio Giardiello, il 9 aprile del 2015, entrò nel tribunale di Milano ed iniziò a sparare, uccidendo 3 persone. Due, invece, i feriti. Claudio, prima che il gup di Brescia entrasse in camera di consiglio per emettere il verdetto, ha detto:
“La pistola che ho usato era da tre mesi in tribunale”.
Il fatto che la pistola usata da Giardiello fosse nel tribunale da tre mesi rappresenta, per i parenti di una vittima, “una confessione della premeditazione”. La dichiarazione di Claudio Giardiello, comunque, appesantisce anche la posizione di Roberto Piazza, guardia giurata che controllava il varco del tribunale oltrepassato da Giardiello. Piazza è accusato di omicidio colposo in quanto negligente nella sorveglianza e nei controlli. L’imprenditore Claudio Giardiello fece una strage nel tribunale di Milano, dove era arrivato in quanto imputato in un processo per bancarotta. L’uomo tirò fuori la pistola e fece fuoco, uccidendo un avvocato, un giudice e un coimputato.
Il gup di Brescia ha accolto in pieno la richiesta del pm ed ha condannato Giardiello all’ergastolo, riconoscendo anche l’aggravante della premeditazione. Il verdetto è stato emesso nell’ambito di un processo con rito abbreviato. Il difensore dell’imprenditore, Andrea Dondè, è rimasto sconcertato dalle recenti parole del suo assistito:
“Sono perplesso perché non ha spiegato come l’ha fatta entrare, mentre precedentemente ha sempre detto di averla fatta entrare quel giorno”.
Perché Piazza non vide quella pistola?
Due giorni dopo la strage al tribunale di Milano, la madre dell’avvocato ucciso, Lorenzo Claris Appiani, ricordò mestamente il figlio:
“Aveva talento, era il più grande civilista che ho mai conosciuto, e lo dico non perché è morto ma perché lo dicevano tutti quelli che ha incontrato”.
Intanto resta l’interrogativo del controllo al varco. Perché Piazza non si è accorto della pistola dell’immobiliarista?