Mauro Moretti, CEO di Finmeccanica, ha dichiarato, durante un discorso al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione che gli insegnanti italiani educano relativamente male, quindi occorre valutare la qualità dell’apprendimento degli studenti
“La qualità dell’insegnamento si vede sulla qualità dell’apprendimento.
Se il livello di conoscenze è, ad esempio, all’altezza di quello finlandese i docenti hanno insegnato bene. Se non è a quello finlandese hanno insegnato meno bene, se è un livello quasi italiano vuol dire che hanno insegnato relativamente male”, ha asserito Moretti, facendo riferimento probabilmente alle prove Invalsi, che valutano le capacità e non l’apprendimento. Il numero uno di Finmeccanica, perciò, auspica un intervento tempestivo sui programmi, poiché “non possiamo pensare che la scuola abbia due livelli di cultura, quella alta che è l’umanistica e quella bassa delle tecnologie e della scienza”.
“Si sa benissimo che il progresso dei popoli e dei Paesi avviene per via tecnologica e questo ha un effetto drammatico anche sui contenuti umanistici, tanto è vero che oggi tutti quanti siamo pervasi da robe come lo smartphone, che parlano inglese e hanno una cultura anglosassone. Dovremmo darci una mossa anche da questo punto di vista”, ha aggiunto Moretti. L’insegnamento tecnologico, dunque, deve migliorare in Italia, almeno secondo quanto ha riferito Moretti. A un’elevato livello dell’insegnamento umanistico non corrisponde un alto grado di quello tecnologico. Quest’ultimo è indubbiamente fondamentale in una società di ‘digital natives‘ ovvero di ragazzi nati in un mondo comandato dalla tecnologia. Gli insegnanti, dunque, devono fare il possibile per comprendere il mondo dei giovani.