Malattia parodontale, l’innovazione dell’approccio mini invasivo

Prendersi cura della salute orale è fondamentale. Se, per esempio, si trascura l’igiene per troppo tempo il rischio è quello di avere a che fare con situazioni fastidiose come la malattia parodontale.

Questa condizione patologica, nota anche come parodontite, si contraddistingue per un quadro clinico che vede la distruzione del tessuto di sostegno del dente. Entrando nel vivo della situazione, ricordiamo che si ha innanzitutto a che fare con una palese perdita di attacco del dente.

Un altro segnale da non trascurare è l’insorgenza delle cosiddette tasche parodontali, dove si depositano i batteri. Sì, hai letto bene: proprio loro, i nemici giurati della salute della nostra bocca. La malattia parodontale, infatti, ha spesso alla base una cattiva gestione dell’igiene orale.

Un ulteriore aspetto degno di nota riguarda il fatto che la sopra citata condizione è quasi sempre preceduta dall’insorgenza di una gengivite. Questo, per certi versi, è positivo. Come mai? Per il semplice fatto che, se si interviene in tempo, si può evitare di avere a che fare con una condizione che, se degenera, può portare alla perdita del dente.

Gli approcci curativi

Come ci si deve muovere nel momento in cui ci si rende conto che la parodontite ha iniziato a fare il suo corso? La prima cosa da fare, nei casi in cui si condivide il bagno con altre persone, è isolare la propria biancheria da quella degli altri membri della famiglia.

Il passo successivo consiste nell’informarsi sugli innovativi approcci di cura oggi disponibili. Sono infatti sempre di più gli esperti che, davanti a una diagnosi di parodontite di livello moderato – ma anche severo – scelgono di percorrere strade diverse rispetto a quella della chirurgia tradizionale, che ha il contro di essere invasiva e di non garantire sempre la prevenzione delle recidive, uno dei tasti più dolenti – in tutti i sensi – quando si ha a che fare con la succitata malattia.

Scegliere la strada sopra citata può voler dire, per esempio, trattare la malattia parodontale con Lanap Laser. Questa tecnologia, arrivata nel nostro Paese dagli USA, si contraddistingue, come già detto, per un approccio a bassissima invasività, ma anche per la possibilità di concludere il trattamento in un giorno. Come è chiaro da quest’ultimo aspetto, parliamo di un forte risparmio dei costi di gestione per il professionista.

Partendo dalla misurazione delle tasche e arrivando, senza alcuna resezione gengivale durante l’iter, fino alla formazione di un coagulo avente lo scopo di sigillare l’area attorno al dente proteggendola dai batteri, si arriva alla fine di un trattamento che permette, senza punti di sutura, anche di prevenire le recidive della malattia.

La prevenzione sempre al centro

Anche se gli approcci curativi hanno fatto passi da gigante, nel momento in cui si parla di malattia parodontale non bisogna mai e poi mai perdere di vista la prevenzione. Metterla in atto è semplicissimo. Innanzitutto, bisogna spazzolare i denti dopo ogni pasto e, almeno una volta al giorno, ricorrere a quei preziosissimi strumenti anti placca che sono lo scovolino e il filo interdentale.

Essenziale è porre particolare attenzione alle misure di igiene durante specifici momenti della vita. Forse non tutti sanno che, a causa dei cambiamenti ormonali tipici della gestazione, le donne in gravidanza sono più predisposte alla debolezza gengivale. Se poi hanno nella storia familiare uno o più casi di parodontite, il rischio di avere a che fare con la malattia aumenta.

Proseguendo con l’elenco delle linee guida di prevenzione, non si può non prendere in considerazione l’importanza di non fumare. Anche la dieta ha il suo perché e tra i consigli che la riguardano troviamo il fatto, se possibile, di dare spazio ad alimenti integrali e ricchi di fibre.

Una dritta da professionisti? Munirsi di pastiglie rilevatrici della placca. A dir poco semplici da gestire – basta scioglierle in bocca dopo aver completato il lavaggio dei denti – permettono di rilevare zone dove è ancora necessario concentrarsi un po’.