Una bella vittoria per l’Italia, che è riuscita a scongiurare l’addio dei lemuri al loro ambiente. Le foreste del Madagascar, a quanto pare, non verranno eliminate
Determinate foreste del Madagascar, come quella di Maromizaha ed altre situate nell’area centro-orientale della nazione, non verranno annientate. Fondamentale è stato l’impegno dei ricercatori del Dipartimento di Scienza della Vita, che hanno collaborato col Parco Natura Viva di Bussolengo. Gli studiosi torinesi hanno presentato un interessante progetto mirato ad evitare l’eliminazione di tante foreste del Madagascar, permettendo così ai tanti lemuri di restare a casa.
La coordinatrice del Dipartimento di Torino, Cristina Giacoma, ha ricordato che l’obiettivo è stato centrato anche grazie alla partecipazione attiva degli abitanti del Madagascar agli eventi. Ben 1600 ettari di foreste sono diventati area protetta, quindi sottratta alla tremenda pratica del ‘taglia e brucia’.
I tagliaboschi, soprattutto in autunno, abbattono molti alberi al giorno, circa un centinaio in Madagascar. Perché questa pratica? Beh, dietro ci sono sempre i soldi. La legna viene bruciata e il carbone ottenuto viene rivenduto in molte zone del Madagascar ma anche in altre nazioni. La deforestazione selvaggia e l’estrazione mineraria hanno mandato in fumo più del 90% delle foreste del Madagascar. E’ inammissibile tutto ciò.
Nelle foreste falcidiate vivono molti animali in via di estinzione, tra cui diversi ricompresi nella famiglia dei lemuri. Gli esperti del Dipartimento di Torino ha avuto a cuore specialmente la situazione dei lemuri, come la razza Indri. Alla fine è stata evitata l’estinzione di tale razza, visto che potrà restare ancora nel suo habitat. Una bella soddisfazione per l’Italia.