La situazione nelle carceri italiane è deprimente. I detenuti sono costretti a vivere in luoghi angusti, in celle piccolissime e spesso sporche. Ciò porta molti carcerati a togliersi la vita
Un uomo campano detenuto nel carcere di Lucca è morto dopo aver inalato gas. Non si sa ancora se il carcerato si sia voluto uccidere o se la morte sia l’effetto di una bravata. Il fatto, secondo il Sappe, Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria non fa altro che ricordarci le innumerevoli difficoltà e problemi presenti nelle carceri italiane. Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha ancora una volta invitato le autorità a prendere provvedimenti per migliorare la situazione nei penitenziari del Belpaese. Poi ha parlato della morte di ieri a Lucca:
“L’uomo è morto all’interno della sua cella inalando il gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande. Non è ancora chiaro se si tratta di suicidio o le conseguenze di uno ‘sballo’ finito male. Gli accertamenti sono in corso. Certo, la morte del detenuto di Lucca riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria. E’ il fatto che sia morto inalando il gas dalla bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario, deve fare seriamente riflettere sulle modalità di utilizzo e di possesso di questi oggetti nelle celle…”.
Il Sappe ha più volte chiesto al DAP di modificare il regolamento penitenziario e, nello specifico, di disciplinare diversamente l’utilizzo delle bombolette di gas nelle celle, in modo da evitare episodi analoghi a quello avvenuto nelle ultime ore a Lucca. Il Sindacato della Polizia penitenziaria ha anche rammentato che l’emergenza nelle prigioni italiane è tutt’altro che terminata, anzi è peggiorata. In molte carceri il numero di detenuti supera di gran lunga il limite fissato dallo stesso DAP.
Bisogna intervenire presto perché anche anche i detenuti sono esseri umani ed hanno una dignità. O no?