Lorenzo Amurri ha perso la sua battaglia contro un male incurabile. Il talentuoso scrittore, produttore, sceneggiatore e musicista è spirato oggi a Roma. Era ricoverato presso l’ospedale “Regina Elena” di Roma.
Lorenzo Amurri: sulla sedia a rotelle per un incidente sulla neve
Siamo profondamente addolorati per la morte di Lorenzo Amurri perché era un personaggio profondo, umano, talentuoso, generoso, capace di capire il suo interlocutore con uno sguardo. Lorenzo era unico e non bigotto e cinico come molti suoi colleghi. Amurri se n’è andato quando aveva solo 45 anni, ed aveva vissuto gran parte della sua vita su una sedia a rotelle, a causa di un brutto incidente mentre sciava. Lorenzo viveva su una sedia a rotelle da quando aveva 19 anni ed aveva voluto narrare la sua esperienza nel libro “Apnea”, a cui fece seguito “Perché non lo portate a Lourdes”. Sì perché Lorenzo fu spinto a recarsi a Lourdes, al celebre santuario, magari per ottenere un miracolo. Salì sul treno bianco dell’Unitalsi con un certo scetticismo, perché secondo lui “la fede religiosa è indiscutibile. Io semplicemente non la possiedo”.
A Lourdes il miracolo non è stato fatto
A Lourdes il miracolo non è stato fatto, come previsto da Lorenzo. Lo scrittore ha trascorso l’ultimo anno in vari ospedali, tra medici, sanitari, infermieri, garze, pinze etc… Lui non vedeva l’ora di tornare a casa e vedere i tetti delle belle case del centro di Roma, quei tetti che dai nosocomi non si vedevano. Lorenzo scriveva, pensava e leggeva mentre era in ospedale. Pensava anche alla sua morte, perché in fondo sapeva che era affetto da un male incurabile e, prima o poi, la morte, con la sua falce, sarebbe venuto a prenderlo. Amurri non voleva un funerale dopo la sua morte ma una grande festa. E così sarà. Tutti danzeranno e berranno buon vino nel ricordo del grande Lorenzo Amurri, uno che non si sentiva un eroe ma solo un semplice uomo. Addio Lorenzo!