Grandiosa scoperta negli Usa, frutto dell’alacre lavoro delle forze dell’ordine italiane e della grande collaborazione tra Italia e Stati Uniti. Ebbene sì, è stata ritrovata la lettera con cui Cristoforo Colombo annunciava la scoperta del Nuovo Mondo. La missiva venne trafugata a Firenze e poi portata negli States. Il documento, risalente al 1493, ha un immenso valore storico-archivistico. Durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi, alle 11, presso la Biblioteca Angelica di Roma, sono stati resi noti molti dettagli relativi al recupero dell’importante lettera scritta da Cristoforo Colombo. Alla conferenza stampa hanno preso parte sia il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che il generale Mariano Mossa, Comandante dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Un comunicato diffuso nelle ultime ore recita:
“Il recupero è frutto di attività investigative che rappresentano un efficace modello di collaborazione tra Italia e Stati Uniti, nella lotta al traffico illecito di beni culturali”.
La missiva trafugata era stata dapprima venduta a una casa d’arte americana; poi donata alla Biblioteca del Congresso, che ora ha deciso di restituirla all’Italia. Oggi il comandante dei carabinieri Mossa ha spiegato come si è arrivati a recuperare un documento che ha un immenso valore storico e archivistico. Dobbiamo fare una precisazione: la lettera non è l’originale scritto da Colombo ma la traduzione in latino di Stephan Plannck, che poi ne pubblicò 18 copie. Secondo gli esperti, la lettera che venne rubata dalla biblioteca Riccardiana di Firenze ed ora ritrovata negli Usa vale circa un milione di euro. Le forze dell’ordine italiane hanno lavorato a stretto contatto con i colleghi americani della Homeland Security Investigation di Wilmington. Franceschini e Phillips hanno dichiarato:
“Il ritorno del prezioso documento in Italia è un fatto simbolico che segna l’amicizia e la totale collaborazione che c’è tra i paesi”.
Felice per il ritrovamento del prezioso documento anche il direttore della biblioteca Riccardiana di Firenze, Fulvio Silvano Stacchetti, che ha precisato riguardo al furto:
“Escludo in modo più assoluto che questo possa essere avvenuto nella sal manoscritti della nostra biblioteca. In tanti anni il volume è stato consultato solo da uno studioso, sempre controllato a vista da due dipendenti della biblioteca e mai prestato. C’è stato però un periodo non breve in cui il volume è stato inviato a Roma, a disposizione della Biblioteca Nazionale. Una trasferta lunga quasi un anno, dal 28 luglio 1950 al 5 aprile del 1951. Cosa sia avvenuto non si sa, l’unica certezza è che la copia restituita dagli Usa è certamente quella autentica”.
L’Italia ha riottenuto ciò che gli spetta.