Le Morti Delle Celebrità Più Misteriose E Leggendarie, da Marilyn Monroe a Michael Jackson
Da Marilyn a Jackson. Tantissime le leggende che attorniano le morti dei personaggi più celebri. Indizi che vorrebbero farci credere (forse ad onore del vero) che le cose non siano proprio andate come riportano i documenti ufficiali sulle morti di alcuni dei personaggi più influenti e celebri dello Show-biz. Dietro queste morti, infatti, vi sarebbero interessi e motivazioni tali da dare addito a leggende più o meno metropolitane, ma, nella maggioranza dei casi, avvalorate da chiarezza nelle esposizioni e coincidenze alquanto bizzarre.
Marilyn Monroe sarebbe morta, secondo le notizie ufficiali, per ingestione volontaria di barbiturici. Tuttavia, la sua morte pare legata all’influenza della famiglia Kennedy e dei due fratelli coi quali la diva aveva iniziato delle relazioni alquanto pericolose le quali, probabilmente, non sarebbero dovute venir fuori ad ogni costo. Inoltre, la Monroe era anche molto legata a Frank Sinatra ed alla mafia locale, ambienti alquanto pericolosi che potrebbero aver avuto un ruolo centrale nella sua morte. La diva del cinema più affascinante del mondo è stata ritrovata supina e nuda nella propria camera da letto, rinvenuta dalla governante che, incomprensibilmente, dopo il ritrovamento, fa il bucato, cancellando ogni prova di contaminazione possibile. Accanto a lei, sul comodino, numerosi flaconi di barbiturici in pastiglie, alcuni vuoti. Tuttavia, l’autopsia dimostrerà come nello stomaco e nella gola di Marilyn non vi fossero tracce di barbiturici. Inoltre, nella stanza, non vi era alcun bicchier d’acqua che potesse far credere che la Monroe avesse assunto tutte quelle pastiglie. Ad ucciderla, invece, un potente farmaco, presente in grande quantità nel sangue. Qualcuno glielo ha iniettato? Nel caso della donna più affascinante di tutti i tempi è ormai alquanto improbabile la tesi del suicidio. Testimoni affermano di aver visto, proprio quel pomeriggio, Kennedy ed un dottore recarsi alla villa di Marilyn. Un segreto da insabbiare. Una verità che non salterà mai fuori perché nascosta nei sottili ricami politici e diplomatici del tempo. Di Marilyn resta la tenerezza di una Diva irraggiungibile che si è decisamente sempre innamorata dell’uomo sbagliato.
Michael Jackson muore in circostanze altrettanto bizzarre. Anch’egli solo, nella camera della sua villa; anch’egli non salvabile ed anch’egli a causa di dosi massicce di un potente anestetico. Per tale iniezione letale ha pagato Murray, l’allora medico personale del cantante amato in tutto il mondo. Quel che non è noto è che Murray non veniva stipendiato dalla famiglia Jackson ma dall’agenzia di eventi che aveva commissionato, per quell’anno, ben 50 concerti per il tour di rilancio di Michael “This Is It”. Tuttavia, secondo la truccatrice e molti personaggi vicini al divo, Jackson era fisicamente debilitato, eccessivamente scarno e privo di forze tali da affrontare un tour massacrante. Ma pareva tutto deciso. Il medico doveva solo imbottirlo di farmaci per permettergli di salire sul palco per le prove (quelle che sono rimaste come cimelio e come testimonianza di un periodo spossante e debilitante per l’artista). Michael non avrebbe potuto dire di no ai potenti? Del resto, le 10 date iniziali del This Is It Tour erano andate sold out in un soffio ed i guadagni sulla sua persona erano alle stelle. Quel tour doveva essere effettuato. Jackson potrebbe essere stato eliminato nel momento in cui apparve noto che non sarebbe stato possibile averlo al centro di uno show tanto pretenzioso. Del resto, lo stesso Murray sapeva benissimo come una dose tale del farmaco sarebbe stata letale per un essere umano; soprattutto per Jacko, già fisicamente provato. Gli stessi mezzi di soccorso tardarono ore prima di arrivare alla villa, avvalorando le ipotesi di un quadro tutt’altro che limpido; macchiato da sospetti, colpe e, come al solito, il dazio pagato dalla vittima, la più celebre ma anche ingenua, in questo caso, con la vita. Leggende metropolitane credono Michael ancora in vita a godersi, in qualche isola, la libertà da accuse, illazioni e recriminazioni sulla condotta dell’artista che lo avevano reso depresso, triste ed infelice della propria vita. Sarebbe davvero bello se questo potesse essere vero.
L’ultima leggenda metropolitana, legata ad un celebre personaggio dello show-biz, riguarda Paul McCartney, l’ex Beatles. Paul è vivo, certo ma quella che lo riguarda è una leggenda alquanto bizzarra, quanto, tuttavia, avvalorata da studi, coincidenze inquietanti e messaggi nascosti, addirittura, nelle canzoni stesse dei Beatles.
Secondo la leggenda del PiD, ossia “Paul Is Dead”, il vero Paul McCartney sarebbe morto nel 1966, in un incidente stradale. Visto il periodo d’oro per il gruppo inglese e l’isteria che tale notizia avrebbe provocato, egli sarebbe stato sostituito da un sosia (un presunto poliziotto canadese) che ne avrebbe preso il posto. Ad avvalorare la leggenda e donargli credibilità, la sparizione di Paul dalle scene, per alcuni mesi, assieme agli altri componenti del gruppo, per poi tornare con un nuovo stile, ed un nuovo look. Tutto nacque da una telefonata ad una radio locale, di pochi mesi dopo l’incidente, che, in anonimato, informava della presunta morte di Paul McCartney. I Beatles, tuttavia, non hanno mai smentito la questione anzi hanno disseminato la propria discografia successiva di indizi che i fans hanno colto. La copertina di Abbey Road mostra quello che sarebbe considerato un funerale. Paul McCartney, l’unico scalzo, sarebbe il morto. La targa dell’auto dietro ai Beatles, che attraversano le strisce pedonali, citerebbe proprio la famosa data di morte di Paul, il 9 novembre (del 1966).
Ma è la copertina di Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band ad essere, per i sostenitori della tesi, la prova regina della morte di Paul, disseminata di indizi da far venire decisamente i brividi. Sulla destra, una bambola, con un guanto insanguinato, reggerebbe il modellino di una Aston Martin (la macchina nel cui scontro sarebbe proprio morto Paul). Dietro di lei, un televisore spento ad indicare il silenzio dei media sulla vicenda.
La composizione floreale in primo piano, inoltre, ricorda quelle che si sistemano nei cimiteri, per i funerali, ed è collocata su quella che pare essere realmente una fossa. Sopra la composizione, appaiono due versioni di Beatles (ed è questo il dettaglio che mette i brividi); da un lato, i vecchi Beatles, affranti e tristi che rivolgono lo sguardo alla fossa (parteciperebbero al funerale di Paul). A destra, il gruppo rinato col nuovo Paul, messo al centro, ed incurante della tragedia. Sotto la composizione floreale rossa che ricompone il nome del gruppo, si leggerebbe chiaramente una composizione di fiori bianca a formare la scritta “Paul”.
La batteria, al di sotto dei nuovi Beatles, inoltre, recherebbe un messaggio inquietante. Se vi si posiziona uno specchio a tagliare la scritta Lonely Hearts, si può tranquillamente leggere: “1 One IX He Die”, interpretata come “IL NOVE NOVEMBRE EGLI E’ MORTO”. Spaventoso, non è vero?
Sul retro del disco, inoltre, Paul è l’unico ad essere ritratto di spalle.
Leggenda che approfondiremo con altri articoli, poiché curiosa, interessante e, purtroppo, con molti punti che ne attesterebbero la veridicità.