Qualche giorno fa, a Torino, si è svolto il Gay Pride tra polemiche e contestazioni. Moltissimi gay hanno sfilato per le vie del capoluogo piemontese. Presenti sia il neo sindaco Chiara Appendino che l’ex sindaco Piero Fassino.
Gay Pride: danze e musica da Piazza Statuto a Piazza San Carlo
La parata del Gay Pride è partita da Piazza Statuto ed è arrivata a Piazza San Carlo. La serata è stata allietata da tanta musica e balli. C’era anche l’immancabile Platinette. Durante a sfilata, Chiara Appendino e Piero Fassino erano in prima fila. Vicino alla ‘sindaca’ c’era anche Marco Giusta, assessore alle Pari opportunità ed ex presidente dell’Arcigay torinese. In questi giorni la Appendino ha fatto adirare il mondo cattolico per la sua scelta di mutare la delega da ‘Famiglia’ a ‘Famiglie’. Una decisione importante, effetto dell’apertura e della lotta contro ogni discriminazione. Non solo M5S. Al Gay Pride di Torino hanno sfilato molti esponenti dem: oltre all’ex sindaco Fassino c’erano anche Andrea Giorgis e Stefano Lo Russo, capogruppo in Consiglio comunale. Quest’ultimo ha affermato:
“Non abbiamo nulla da imparare dai grillini su questi temi, che vi ricordo hanno votato contro la legge Cirinnà. Il Pd ha una posizione chiara e aderisce al Pride, fine della discussione”.
Mondo cattolico contesta scelta Appendino
Il mondo cattolico ha contestato molto il Gay Pride di Torino e l’atteggiamento della Appendino. Il numero uno del Coordinamento Torino Pride, Alessandro Battaglia, ha però detto al riguardo:
“Quella sulla dicitura Famiglie è una polemica inutile e strumentale. I cattolici dovrebbero occuparsi di cose serie e leggere un po’ di più. Si devono rendere conto che la famiglia non è più quella che loro vorrebbero”.
Al Gay Pride di Torino hanno partecipato 120.000 persone: un’adesione spettacolare. Tantissime persone, giovani, adulti e anziani hanno cercato di strappare un autografo o un selfie dalla neo ‘sindaca’ Chiara Appendino, in prima fila. Anche Piero Fassino, comunque, ha dispensato molti sorrisi e strette di mano. Forse è stato un Gay Pride un po’ meno coreografico e più attento ai contenuti. Ne è consapevole anche Gianna Liscetti, arrivata da Roma per partecipare al decennale del Gay Pride a Torino:
“Ci sono molti meno travestimenti e più voglia di essere accettati per quel che siamo. E guardando questa piazza direi che siamo a buon punto, anzi che ci siamo presi la città”.