Energy drink Monster contengono arsenico: ritirati lotti in Italia

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Occhio alle bibite energetiche della Monster poiché, dopo attenti esami, è stata accertata la presenza di arsenico inorganico nell’additivo ‘trisodio citrato’ (E 331) creato in Cina. La notizia è stata confermata dal Ministero della Salute, che ha ordinato il ritiro dal commercio di 4 lotti distribuiti in 5 regioni (Toscana, Lazio, Lombardia, Puglia e Veneto).

Le lattine incriminate sarebbero quelle corredate dalle didascalie “Monster Energy Green, Lotti LE1406D TT:TT e LE1431D TT:TT”, “Monster
Energy Absolutely Zero, Lotto LE1419D TT:TT” e “Monster Energy Rehab, Lotto LE1429D TT:TT”. I consumatori italiani, però, hanno rischiato molto per il ritardo della segnalazione dell’elenco di distribuzione. L’allarme era stato lanciato anche in diverse nazioni europee. Nelle bevande in questione c’è una quantità di arsenico pari a 5,5 mg/kg-ppm: il limite massimo è di 1,0 mg/kg-ppm. Si evince, quindi, che il valore accertato supera di 5 volte il limite legale.

Il ritiro dell’energy drink è avvenuto in 33 nazioni, tra cui molte asiatiche e africane. Le prime a scoprire la massiccia quantità di arsenico furono le autorità del Belgio, l’anno scorso. E’ strano che l’allerta scattò in tutto il mondo ben 6 mesi dopo (27 febbraio 2015). In Italia, ad esempio, è stata, per la prima volta, segnalata la contaminazione lo scorso 3 marzo 2015.

Il colosso olandese, intanto respinge ogni addebito e dice: “I prodotti erano e sono sicuri per il consumo“. Il Ministero della Salute, com’è spesso accaduto in passato, non ha rilasciato dichiarazioni in merito,limitandosi ad ordinare il ritiro dal commercio dei 4 lotti distribuiti in 5 regioni. Strano, visto che lo Sportello dei Diritti, un anno fa circa, diffuse, mediante un comunicato, l’allerta del Sistema rapido di allerta europeo (Rasff n° 2014.0946), notificando alle autorità sanitarie nazionali la sussistenza di arsenico, in forma di citrato di sodio sfruttato come additivo alimentare e aromi, creato in Cina e venduto in Italia.

“Non è la prima volta che viene segnalata la presenza di questo pericoloso elemento chimico in eccesso in prodotti che sono
utilizzati come alimento e quindi dannosi per la salute”, rammenta il presidente dello Sportello dei Diritti Giovanni D’Agata.

Gli energy drink sono finiti spesso sul banco degli imputati perché, secondo esperti e nutrizionisti, farebbero male alla salute, soprattutto di quella dei più piccoli. Ricordiamo che 3 anni fa, nel Maryland (Usa), una ragazzina di 14 anni perse la vita dopo aver bevuto 2 lattine da 0,7 litri della nota bevanda energetica Monster. Il risultato dell’autopsia parlò chiaro: “Anaïs F. è morta per un grave scompenso cardiaco dovuto all’avvelenamento da caffeina”. I genitori della 14enne decisero subito di intentare una causa contro l’azienda. Purtroppo, nel 2011 Monster Energy uccise un’altra ragazza. Dopo aver bevuto l’energy drink, la giovane fu colpita da un’aritmia cardiaca.

Monster ha sempre negato la sua responsabilità della morte delle giovani, asserendo che non si può addebitare un malore all’assunzione di un energy drink. “Dopo aver venduto oltre 8 miliardi di lattine, è la prima volta in 16 anni che viene riscontrato un legame tra la bevanda e un decesso”, precisò il colosso delle bevande energetiche.

Le lattine di Monster Energy da 0,7 litri contengono 240 milligrammi di caffeina, una dose superiore di quella presente nelle lattine di Red Bull. “Per le giovani ragazze e i ragazzi le bevande energetiche sono una ‘trappola mortale'”, asserì la mamma della vittima, secondo cui l’azienda deve rendersi conto che la sua bevanda è capace di uccidere.