A trionfare ai David di Donatello, quest’anno è stato il regista Francesco Munzi, visto che il suo film, “Anime nere”, ha fatto incetta di riconoscimenti (nove).
Munzi non ha nascosto il suo entusiasmo durante l’assegnazione dei premi, tra cui quello per miglior film, miglior regia e migliori produttori. Era nell’aria, comunque, il trionfo di “Anime nere”. Elio Germano, invece, ha ottenuto il David come migliore attore protagonista. L’attore ha mostrato il suo talento ne “Il giovane favoloso” di Mario Martone, pellicola su Giacomo Leopardi. L’Accademia del cinema è rimasta stupita positivamente dalla capacità di Germano di trasformarsi, anche fisicamente, al sommo poeta di Recanati.
Premiata, durante i David di Donatello, anche Margherita Buy (migliore protagonista con “Mia madre” di Nanni Moretti). Soddisfazione anche per Edoardo Falcone, che ha incassato il David come regista esordiente è Edoardo Falcone per “Se Dio vuole”.
Chi ha sorriso di più, dunque, all’ultima edizione dei David di Donatello è stato Francesco Munzi, che ha realizzato un film, “Anime nere”, alquanto avvincente. I protagonisti sono 3 fratelli malavitosi che vivono ad Africo.
Sebbene avesse incassato ben 7 candidature, “Hungry Hearths” di Saverio Costanzo non è riuscito a portarsi a casa neanche un riconoscimento. Nel film ha recitato anche Alba Rohrwacher, nei panni di una mamma a dir poco apprensiva.
Non si può lamentare neanche Edoardo Leo, visto che “Noi e la Giulia” ha ricevuto il David Giovani e il riconoscimento come miglior attore non protagonista a Carlo Buccirosso. La pellicola “Ragazzo invisibile”, diretta da Gabriele Salvatore ha incassato, invece, il David agli effetti speciali.
Alla fine, Munzi è stato ripagato, in quanto non è stato certamente facile girare un film come “Anime nere”, che parla di ‘ndrangheta. Il regista si è dovuto recare ad Africo, un luogo difficile, misterioso. Il regista romano rivelò riguardo all’inizio delle riprese di “Anime nere”: “Ero alle prese con un altro progetto ma mi sono imbattuto nel libro di Gioacchino Criaco e sono rimasto folgorato da come affrontava una materia che io conoscevo solo attraverso la cronaca dei giornali”.