Bruce Lee, attore, maestro di Kung Fu, regista, scrittore e poeta cinese avrebbe compiuto 75 anni, lo scorso 27 novembre, se fosse rimasto in vita. Bruce resta ancora oggi uno dei simboli della Cina, anche se gli Usa gli diedero i natali.
Lee, è vero, nacque negli States ma passo molto tempo, in età adolescenziale, a Hong Kong, dove lavorava il padre. Bruce Jun Fan Lee crebbe a pane e cinema: già a pochi mesi fu sul set di “Golden Gate Girl”. Da quel momento in poi, Bruce non seppe mai allontanarsi dai set e dalle macchine da presa. Insomma, Lee fu un figlio d’arte morto, purtroppo, prematuramente.
Molti ritengono che sulla famiglia Lee si sia abbattuta una maledizione, visto che non fu solo Bruce a morire prematuramente a seguito di un malore accusato sul set, precisamente durante le riprese de “I tre dell’operazione Drago”; anche suo figlio Brandon perse la vita sul set, durante le riprese de “Il Corvo”.
Bruce si fece conoscere al grande pubblico grazie a una pellicola costata pochissimo e girata in Cina nel 1971, intitolata “La furore della Cina colpisce ancora”, in cui Lee vestiva i panni di un giovane di campagna che difendeva i suoi compaesani dai delinquenti di Bangkok. Proprio questo film permise al simbolo della Cina di farsi conoscere in tutto il mondo. Da quel momento in poi il suo successo aumentò vertiginosamente.
Un altro film girato in Asia che riscosse successo in tutto il mondo fu “Dalla Cina con furore”. Anche in questo caso, non si spese molto per girare il film ma gli incassi furono elevati. Subito il mondo di Hollywood iniziò ad interessarsi a quel ragazzo esperto di arti marziali, poiché poteva essere una vera fonte di lucro. Ecco, allora, che Bruce venne assoldato per interpretare “L’urlo di Chen terrorizza l’Occidente”, film diventato un cult soprattutto per il combattimento all’interno del Colosseo contro un giovane Chuck Norris.
Avrebbe interpretato ancora tanti altri film Lee se fosse rimasto in vita; invece venne colpito da un edema cerebrale durante le riprese de “I tre dell’operazione drago” e, dopo diversi mesi spirò in una stanza d’ospedale. Bruce non riuscì, dunque, a vedere “I tre dell’operazione Drago”, film costato solo un milione di dollari che, clamorosamente, incassò oltre 200 milioni di dollari. Nessuno, finora, è riuscito a seguire le orme del celebre maestro di Kung Fu cinese: molti l’hanno emulato ma nessuno è riuscito ad avere un successo analogo. Lo stesso Chuck Nurris è diventato un grande attore ma, onestamente, non è un mito come Bruce Lee.
La figura di Bruce Lee ha ispirato tanti film, videogiochi e libri: ricordate la tuta gialla e nera indossata da Uma Thurman in “Kill Bill vol.1”? Beh, il rimando alla tuta di Lee è evidente.
Bruce Lee morì il 20 luglio 1973 alle 7.30, probabilmente per un effetto collaterale di un farmaco analgesico. Moriva un attore, regista, e maestro di arti marziali e nasceva un mito.
A Bruce Lee va il merito di aver saputo esportare la moda delle arti marziali in Occidente con soli 5 film e una serie tv. Non è un caso che, nel 1999, il Time lo inserì nell’elenco delle persone più influenti del XX secolo.