Bossi cade a Montecitorio: si rompe radio e ulna braccio sinistro
Disavventura per l’ex leader leghista Umberto Bossi, 73 anni, che mentre si trovava nel cortile di Montecitorio ha messo il piede in fallo ed è caduto a terra, fratturandosi radio e ulna. Subito è stato soccorso dal personale dell’infermeria della Camera; poi è stato trasportato al Policlinico Gemelli.
I medici del nosocomio romano hanno detto che Bossi ha riportato una frattura scomposta di ulna e radio del braccio sinistro. La caduta è avvenuta ieri pomeriggio. Il 73enne è stato sottoposto a numerosi esami, da cui è emersa la frattura scomposta del polso sinistro. L’esponente leghista dovrà riposarsi per un po’, dunque. A curare Umberto ci penserà il professor Giuliano Cerulli, direttore dell’unità operativa complessa di ortopedia e traumatologia del Policlinico Gemelli.
Non è un bel periodo per Umberto Bossi, visto anche l’attrito con il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Bossi si sente esautorato da quel giovane Matteo che, negli ultimi tempi, ha fatto breccia nel cuore di molti italiani. Bossi, a margine del tradizionale appuntamento di Pontida, riferendosi a Salvini, aveva detto: “Mi ha ridimensionato… Se fa un partito italiano se ne va da solo”. La replica del numero uno della Lega non tardò ad arrivare: “In politica contano i voti”.
Bossi si è irritato con Salvini perché gli sono stati tolti vari poteri in occasione di diverse modifiche allo Statuto, che convertono il Movimento da Federale a Confederale. I poteri del presidente (Umberto Bossi) sono diminuiti. Tuttavia, il ‘senatur’ resterà presidente a vita della Lega, nonché presidente del Comitato di disciplina e garanzia.
D’ora in poi Bossi potrà riammettere nel partito solo i militanti fondatori della Lega eventualmente espulsi, non quindi quelli con almeno 20 anni di iscrizione. Il presidente del Carroccio non ammette tutto ciò, sottolineando: “Gliel’ho detto, che mi mettete a fare il presidente se è privo di potere? Ma non ne faccio mai una questione personale: il problema è che ci sono militanti che hanno costruito la Lega e poi sono stati messi fuori da Tosi e da Maroni ed ora non potranno più rientrare”.