Barista di Canaro ucciso da maresciallo dei carabinieri: militare e compagna arrestati
Svolta nelle indagini sulla morte di Antonio Piombo, barista trovato morto lo scorso 27 maggio sulle rive del Po. Ad ucciderlo sarebbero stati un maresciallo dei carabinieri e la sua compagna.
Carabiniere e compagna abituati a rapinare coppie appartate
Il barista di Canaro, in provincia di Padova, sarebbe stato trucidato da un carabiniere e la compagna 42enne. La coppia è già finita in manette. Gli investigatori hanno scoperto che gli arrestati si divertivano a rapinare coppie appartate nei pressi della golena ed omosessuali. Il cadavere di Piombo è stato riconosciuto sabato scorso dal fratello. I militari hanno anche sequestrato nella casa del maresciallo dei carabinieri l’arma probabilmente usata per uccidere il barista, una semiautomatica di calibro 7,65. Il carabiniere arrestato è già stato sottoposto a un lungo interrogatorio, a cui ha partecipato anche Fabrizio Suriano, pm che conduce le indagini.
Antonio Piombo vittima di un’imboscata
Gli inquirenti ritengono che Piombo sia stato vittima di un’imboscata. La compagna del maresciallo avrebbe fatto credere al barista di voler consumare un rapporto ‘intimo’ con lui presso la golena; poi, però, è subentrato il militare, che ha sparato alcuni colpi contro Antonio Piombo. Ancora non si conosce il movente del delitto ma l’ipotesi più avvalorata, attualmente, è quella della rapina finita in tragedia. Gli investigatori sono al lavoro per fare luce sulla vicenda che presenta molti tratti ancora da delineare.
Antonio Piombo viveva col fratello Agostino a Lama Polesine. Il suo corpo esanime è stato ritrovato lo scorso 27 maggio in golena, nei pressi dell’ex Blue Sugar. Ad identificare il barista ci ha pensato il giorno successivo il fratello Agostino. Durante l’omelia funebre, lo scorso 3 giugno, il parroco di Lama Polesine ha affermato:
“Questo non è un bel momento, ma un momento di dolore, profondo. Antonio è stato portato via da noi con la violenza, e tutto ciò è incomprensibile. Non possiamo capire come conciliare la violenza con il dolore. Nonostante tutto ciò, ci facciamo confortare da Dio. Promettiamo e dedichiamo ad Antonio tutte le preghiere”.