Alzheimer. Conta anche il gruppo sanguigno? Ci facciamo questa domanda perché un gruppi di studiosi, dopo aver esaminato diversi volontari, ha scoperto che le persone con gruppo sanguigno O hanno più sostanza grigia nel retro del cervelletto rispetto a quelli con gruppo sanguigno A, B o AB; di conseguenza questi ultimi rischierebbero maggiormente il morbo di Alzheimer.
“Considerando che la naturale riduzione della sostanza grigia cerebrale tende ad intensificarsi con l’invecchiamento, è facile intuire come questo svantaggio biologico possa rendere più esposti al declino cognitivo”, hanno dichiarato gli autori dello studio.
Il morbo di Alzheimer, solitamente, inizia a colpire subdolamente. Le vittime del morbo iniziano a dimenticare una o più cose, finché non arrivano a riconoscere parenti e amici. L’Alzheimer affligge attualmente il 5% degli italiani over 60. In Italia si contano 500.000 pazienti circa.
Il malato di Alzheimer non riesce a svolgere le più semplici attività giornaliere, quindi necessita di aiuto. Il morbo bersaglia la memoria di un soggetto nonché le capacità cognitive. Capita spesso che un malato di Alzheimer non riesca più a ricordare dove si trova o il suo nome.
Nonostante le innumerevoli ricerche, ancora oggi non si conoscono le cause dell’Alzheimer. La diagnosi precoce è fondamentale per evitare conseguenze veramente spiacevoli per il malato e i suoi familiari. Del resto, ciò vale per tutte le patologie neurodegenerative.