Carlo De Benedetti è stato condannato dal Tribunale di Ivrea a 5 anni e due mesi di reclusione. L’accusa è di omicidio colposo e lesioni relativamente alle morti di diversi operai dell’Olivetti. Il pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi per De Benedetti. Gli operai sarebbero deceduti per malattie correlate all’amianto.
Operai lavoravano in locali pieni di fibre di amianto
La Procura di Ivrea aveva aperto un’inchiesta relativa alle morti di una ventina di operai della Olivetti, dovuta presumibilmente all’amianto presente nelle fabbriche. A finire nel mirino dei pm sia l’ex presidente di Olivetti, Carlo De Benedetti, che l’ex ad, Corrado Passera. I decessi sono avvenuti tra il 2008 e il 2013, quando gli operai erano in pensione. Per l’accusa non ci sono dubbi: gli operai morti avevano lavorato in luoghi pieni di fibre di amianto tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’90. Lavorare in tali reparti è costato caro a circa 20 operai Olivetti, colpiti da mesotelioma pleurico.
Contatto con absesto ha stroncato operai
E’ stato quindi il continuo contatto con l’absesto ad uccidere quegli operai dell’Olivetti. Lo hanno stabilito anche i giudici del Tribunale di Ivrea, dano ragione così all’accusa che, però, aveva chiesto una pena più pesante per Carlo De Benedetti. Uomini e donne hanno lavorato per anni in reparti degli stabilimenti Olivetti pieni di amianto, hanno respirato aria contaminata che, alla fine, li ha stroncati. Non solo l’Eternit di Casale Monferrato, anche l’Olivetti ha fatto le sue vittime.
Carlo De Benedetti, che è stato presidente dell’Olivetti dal 1978 al 1996, non avrebbe dunque adottato tutte le misure necessarie per evitare che gli operai venissero a contatto con l’amianto. Una condotta negligente che ha portato, indirettamente, alla morte una ventina di operai. Quando venne aperta l’inchiesta, il procuratore capo della Repubblica di Ivrea, Giuseppe Ferrando, affermò:
“Il caso è delicato. Le parti lese sono numerose e ci sono degli indagati”.
Carlo De Benedetti sapeva
Quelle morti, dunque, potevano essere evitate. Questo, in poche parole, si evince dalla sentenza emessa nelle ultime ore dai magistrati del Tribunale di Ivrea. Non c’è stata cautela in diversi reparti Olivetti e gli operai hanno lavorato, come se nulla fosse, a contatto con l’amianto, sostanza altamente cancerogena. Carlo De Benedetti ed altri manager non hanno adottato misure per evitare il contatto con l’amianto. I periti, del resto, hanno accertato che gli ex operai Olivetti sono morti per mesotelioma pleurico, una patologia di cui ci si ammala solo stando a contatto con l’amianto.
I dirigenti Olivetti sapevano dei rischi che correvano gli operai ma non hanno mai fatto nulla per tutelare la loro salute. Come ha ricordato in Aula uno dei dipendenti sopravvissuti, Bovio Ferrassa, nessuno ha mai avvertito il personale Olivetti di indossare mascherine o della presenza di fibre di amianto nei luoghi di lavoro. Donne e uomini, quindi, hanno lavorato, notte e giorno, per molto tempo senza nessuna protezione, respirando aria insalubre. Una vergogna vera. Dirigenti, capi, amministratori di una grossa azienda italiana si sono arricchiti sulla salute dei dipendenti. I manager della Olivetti sapevano tutto, erano al corrente dei grossi rischi che correvano gli operai.
Vedremo quale sarà la strategia difensiva di De Benedetti. Certamente, i suoi legali ricorreranno in Appello.