Genova in tensione per il cedimento di una diga di una diga di contenimento che ha provocato lo sversamento di greggio nel Polcevera. Si teme che il petrolio arrivi in mare anche se personaggi come Toti dicono che la situazione è sotto controllo
Momenti di panico a Genova per il crollo di una diga di contenimento del greggio. Adesso l’allerta è ritirata per il tempestivo ripristino della barriera creata per arginare il greggio. I genovesi sono preoccupati per la salute delle coste liguri e delle specie animali presenti in zona. Il governatore della Liguria, in occasione di un’intervista al Tg4, ha rasserenato la popolazione, ricordando che la situazione è sotto controllo:
“A Genova il peggio è passato, l’emergenza sta finendo e le coste liguri sono al sicuro dal rischio petrolio. La diga è stata ricostruita dopo le piogge di questa notte ma le panne assorbenti hanno sostanzialmente impedito che in mare uscisse altro prodotto. Però il fiume è lavato dal 90% dell’idrocarburo uscito dal tubo… Il greggio in mare di cui parliamo e per cui c’è ancora un’emergenza è uscito sostanzialmente tutto la notte del disastro e non sta uscendo in queste ore”.
Toti ha rimarcato la necessità di fugare allarmismi anche sui social, visto che tutto è sotto controllo, richiamando gli amministratori locali alla serietà e all’impegno. La situazione è giudicata sotto controllo e il pericolo è in via di “ridimensionamento” anche per il comandante della Capitaneria di Porto, l’ammiraglio Giovanni Pettorino, che ieri ha monitorato il mare dall’alto. Il Fegino e il Polcevera conterranno la portata di greggio che, quindi, non finirà in mare. Ieri, 23 aprile 2016, i battelli antinquinamento hanno lavorato tutto il giorno davanti alle coste savonesi: la macchia di petrolio è ormai discontinua ed è sorvegliata giorno e notte. Adesso si dovrà, da un lato, depurare i fiumi Polcevera e Fegino, nonché piccoli rii vicini e defluenti; dall’altro si dovrà cancellare l’iridescenza in mare. L’obiettivo primario ora è tutelare l’ambiente e gli animali, bonificando le acque; poi si dovrà verificare se il tubo si sia rotto per un errore umano o per la pessima qualità dei materiali. Ieri la diga è stata consolidata, dopo la rottura dovuta al forte aumento della portata del Polcevera. E’ piovuto molto, in Liguria, nei giorni scorsi. Nei pressi dello sbocco del torrente ligure sono stati apposti sbarramenti artificiali. Il prefetto Fiamma Spena ha detto ieri:
“Dalle 10 alle 12 sono state prelevate 150 tonnellate di acqua e residui. In tutto hanno operato a terra 49 autospurghi, 12 cisterne e 4 escavatori”.
Il comandante della Capitaneria di Porto, Pettorino, reputa la situazione sotto controllo. Il Codacons, invece, teme un disastro ambientale. Il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, pensa già a una class action contro l’azienda Iplom:
“Abbiamo deciso di chiedere alla Procura di Genova di disporre il sequestro urgente del patrimonio e dei beni della Iplom. Tale azione ha carattere cautelativo e serve a garantire non solo i futuri risarcimenti, ma anche a coprire tutte le spese sostenute negli ultimi giorni dalle autorità e dalle amministrazioni competenti per far fronte all’emergenza. Una volta accertate le cause dello sversamento, se saranno ravvisabili responsabilità da parte dell’Iplom, la società sarà chiamata non solo ad indennizzare i cittadini genovesi, ma anche a rimborsare lo Stato e gli enti locali per le ingenti spese sostenute in queste ore sul fronte della tutela del territorio”.
Il crollo della diga di contenimento del greggio ha rischiato di provocare seri danni all’ambiente ligure. La stessa Legambiente è ancora allarmata. Il presidente Santo Grammatico ha rivelato all’AdnKronos:
“Non bisogna fare allarmismo, questo è vero, ma c’è comunque preoccupazione anche perché è bastata poca pioggia per rompere le dighe e più petrolio di quanto pensavamo è finito in mare”.