#PrayForBelgium, la solidarietà alle vittime di Bruxelles corre sul filo dei Social

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bruxelles-kN0F-U431601119981720kyG-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-U202182049561V5B-U1401113375768OkE-620x349@Gazzetta-Web_articolo#PrayForBelgium. Di fronte a cotanta disumanità, l’umanità risponde. Ma basta? Forse non basta. Non basta tanta immensità d’amore a contrastare un odio cieco ed ideologico, l’indifferenza, l’approssimazione, la freddezza di un uomo che, a sangue freddo, uccide un suo simile. La guerra non inizia oggi. Non ha mai avuto fine e tutti abbiamo colpe per il clima d’odio che oggi si respira. Il Califfato ha rivendicato gli attentati di Bruxelles, col suo solito tronfio orgoglio tanto disumano e lontano dal nostro modo di concepire la vita. Chi si gonfia di odio non può immolarsi per amore e la precisione nella scelta di obiettivi sensibili che rappresentano esattamente l’ideologia occidentale ed il modo di vivere e pensare di tutti noi fa ben comprendere come la guerra sia a casa nostra. E dobbiamo avere paura, non per un inutile allarmismo, ma per la perdita dell’umanità a cui ci stiamo abituando, per la terribile abitudine ad ascoltare notizie che riguardano stragi, morti, attentanti e bombe che rischiano di renderci meno sensibili, meno “uomini”.

Su Twitter, i due lati dell’orrore, i due fronti di una guerra che si sta scrivendo giorno dopo giorno. Da un lato, il modo di vivere occidentale. Dall’altro, la politica del terrore che ha il preciso scopo di impedirci di essere semplicemente occidentali, semplicemente liberi. Da un lato i Twitt di odio del Califfato. Dall’altro, quelli pieni di amore di tanti studenti, ragazzi, mariti, figli, madri, nonni che esprimono la solidarietà alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che oggi hanno sperimentato sulla propria pelle la guerra. La guerra. Si sa che non finirà. A questo punto, forse, si può solo scegliere da che parte stare e, se devo scegliere, difendo la mia identità ed il mio modo di vivere. Il modo di vivere di un Occidente che, ingenuamente, credeva nell’integrazione.

#PrayForBelgium, il twitt di vicinanza a Bruxelles. Il timore che un giorno cambi solo la città ma non il cordoglio ci fa sentire tutti meno equilibrati, tutti meno sicuri che il mondo sia un posto ancora meraviglioso in cui vivere.