Leucemia Linfatica Cronica Dovuta ai Macrofagi, Cellule del Sistema Immunitario

0
Leucemia Linfatica Cronica: Scoperta Causa

Un’equipe di ricercatori del San Raffaele ha ideato una terapia sensazionale per contrastare la leucemia linfatica cronica

 

I ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, dunque, danno una speranza a tutti coloro che soffrono di leucemia linfatica cronica, la forma di leucemia più diffusa in Occidente.

Chi l’avrebbe detto? Le cellule leucemiche sarebbero alimentate proprio dai macrofagi, ovvero quelle cellule del sistema immunitario che contrastano le infezioni. La cura punta proprio ad eliminare tale influenza reciproca cellulare. Fondamentale per la scoperta è stato il finanziamento dell’Airc, associazione italiana per la ricerca contro il cancro.

Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico dell’Airc, ha spiegato:

“Bloccare queste interazioni, solo in parte bersagliate dalle terapie convenzionali, rappresenta la chiave di volta per mettere a punto nuove terapie efficaci contro l’evoluzione del tumore”.

Innanzitutto, i ricercatori stanno esaminando il comportamento dei macrofagi che, in realtà, dovrebbero contrastare le infezioni e non alimentare le cellule leucemiche. La studiosa Maria Teresa Sabrina Bertilaccio, attiva presso il San Raffaele, ha detto:

“Abbiamo studiato lo sviluppo della leucemia in vari modelli sperimentali, osservando che la malattia non progredisce o addirittura regredisce in assenza di macrofagi”.

Per neutralizzare la leucemia linfatica cronica basterebbe, dunque, mettere fuori uso i macrofagi. A quanto pare, sono in via di sperimentazione farmaci che producono tale effetto. Il dottorando dell’Università Vita-Salute San Raffaele, Giovanni Galletti ha argomentato:

“L’eliminazione selettiva dei macrofagi tramite l’inibizione della molecola CSF1R, presente sulla superficie di queste cellule, è in grado di migliorare la sopravvivenza in modelli sperimentali, senza causare effetti collaterali”.

La leucemia linfatica cronica bersaglia ogni anno 10 persone su 100.000. E’ veramente temibile la forma aggressiva, per la quale non esiste attualmente cura. I più colpiti sono gli over 60. Di solito la patologia è asintomatica ma può capitare che i pazienti inizino ad accusare stanchezza, sudorazione durante la notte, perdita di peso e febbre superiore a 38°C.