Alla fine, quegli eccessi che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza lo hanno ucciso. A 74 anni è morto Paul Kantner, fondatore dei Jefferson Airplane
A stroncare Kantner, re del rock psichedelico degli anni ’60 e ’70, è stato un arresto cardiaco. Il ‘padre’ dei Jefferson Airplane è spirato a San Francisco, la sua città. La funesta notizia è stata diffusa da Cynthia Bowman, sua agente e grande amica.
L’artista soffriva di cuore a causa di una vita piena di eccessi. Paul era stato colpito da un infarto lo scorso marzo, e da allora non si era ripreso completamente. Il rocker dedicò la sua vita alla musica e ai Jefferson Airplane.
Marty Balin, co-fondatore dei Jefferson Airplane, ha ricordato Paul con queste parole:
“Tanti ricordi scorrono in questo momento nella mia mente. E’ il primo che mi ha insegnato a farmi una canna“.
In effetti Kantner conosceva bene le droghe, o meglio degli acidi, ed era un fervido sostenitore della letteratura lisergica che ‘nutriva’ la Beat Generation, incardinata negli anni ’60 proprio a San Francisco, meravigliosa città.
Paul Kantner era molto popolare non solo perché abile chitarrista e rocker ma in quanto era un tenace paladino delle droghe psichedeliche che, secondo lui, facevano bene alla mente. L’artista condusse, inoltre, molte battaglie per la legalizzazione della cannabis. Durante un’intervista rilasciata 30 anni fa, Paul disse:
“La cocaina è una delusione. Si tratta di una droga nociva che trasforma le persone in cretini. E’ l’alcol è probabilmente la peggiore di tutte le droghe. Invecchiando con l’esperienza della vita, ci si rende conto che i farmaci non aiutano, soprattutto se ne abusi”.
Paul scrisse ballate favolose, diventate dei veri cult, come “A Child Is Coming”, dedicata alla figlia, e “Somebody to Love”. Indimenticabile il concerto di Woodstock nel 1969: la band si esibì di mattina, verso le 8.
Addio a un mito ‘lisergico’ del rock.