Ladri in azione nella villa-museo di Vittorio Sgarbi. Sottratti al noto critico d’arte libri antichi, disegni e manoscritti per un valore di circa 500.000 euro
A denunciare il furto ai carabinieri di Ferrara è stato lo stesso Sgarbi. Diverse persone si sarebbero introdotte nella villa di famiglia del critico d’arte, a Ro Ferrarese, rubando diversi oggetti di immenso valore, come due manoscritti di Felice Giani e un libro antico di Benvenuto Cellini.
Il popolare critico d’arte non trova più molti manoscritti, disegni e volumi preziosi, per questo presuppone che siano stati trafugati da qualcuno.
Dopo la denuncia di Vittorio Sgarbi, i carabinieri del Gruppo tutela patrimonio culturale si sono recati nella villa per compiere i primi accertamenti ed individuare eventuali tracce o indizi che possano far risalire ai ladri.
Non si sa chi ha rubato nella villa-museo del critico d’arte ma è certo che il bottino è ingente. Non è iniziato bene, dunque, il 2016 per Vittorio che, negli ultimi tempi, ha avuto problemi al cuore che lo hanno costretto al ricovero per qualche giorno.
Nelle ultime ore, Sgarbi ha biasimato la scelta del cerimoniale italiano di coprire le statue di nudi, ai Musei Capitolini, in occasione della visita del premier iraniano Rohani:
“Da un lato si è trattato di un atto di superbia irrispettosa, ‘mi sento talmente superiore che voglio metterti a tuo agio’, e dall’altro è stato un atteggiamento di sottomissione. Nessun capo di Stato farebbe la stessa cosa non noi… Chi ha deciso di coprire quelle statue evidentemente ignora la storia millenaria della Persia, una civiltà più antica della nostra dove abbondano i nudi. Le nostre statue sono nude come le immagini mitologiche di Persepoli. Chi ha confuso il premier dell’Iran, Hossan Rohani, con uno del Califfato islamico e dell’Arabia Saudita è una capra!”.
Sgarbi non è stato l’unico a criticare la scelta del cerimoniale ai Musei Capitolini. Molti esponenti del centrodestra, ad esempio, hanno reclamato le immediate dimissioni del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.