Dino Zoff ricoverato per disturbo neudegenerativo: difficoltà locomotorie

0
Dino Zoff ricoverato per disturbo neurodegenerativo

Il mondo del calcio è in apprensione per Dino Zoff, allenatore e mitico portiere della Nazionale. Dino, a quanto pare, sarebbe stato ricoverato in una clinica romana per un disturbo neurodegenerativo che non gli consente di camminare bene.

Non si molto riguardo alle condizioni di salute di un vero e proprio monumento del calcio italiano, ma i tifosi vogliono avere notizie. Sul web e sui social network non si parla d’altro. Tutti sono preoccupati per Dino e sperano che si riprenda presto. Secondo le ultime informazioni, Zoff si starebbe riprendendo e, cosa più importante, non rischia la vita. Insomma, l’ex portiere della Nazionale è in lento miglioramento.

Dino Zoff, classe 1942, è stato uno dei forti portieri di sempre. Nel 1982 ha vinto il Mondiale con l’Italia, che tra l’altro ha allenato tra il 1998 e il 2000. L’abilità di Zoff consentì alla Juventus di vincere ben 6 scudetti nel giro di 10 anni, nonché una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Zoff ha allenato anche la Lazio, permettendole di piazzarsi bene in Europa.

Sui social stanno letteralmente ‘piovendo’ i commenti di sostegno a Zoff.

“Forza Mito, ce la farai anche stavolta”, hanno scritto molti internauti su Twitter, augurando al grande portiere della Nazionale di riprendersi al più presto.

Zoff, del resto, è abituato a lottare. Fin da piccolo ha dato il massimo ed ha fatto tanti sacrifici per arrivare tra i pali dell’Udinese.

Il giornalista Gabriele De Bari ha scritto sul Messaggero:

“L’amletico, schivo e laconico friulano ha sempre fatto parlare i fatti, il campo, i comportamenti, i successi. Mai un gesto, né una parola fuori luogo. Ora gli mancano il nuoto, il golf, il tennis che ha sempre praticato al circolo dov’è iscritto da tanti anni. Anche dopo aver lasciato il calcio, il grande campione, infatti, ha finora continuato a fare sport: lo fa sentire in forma e giovanile, quasi a esorcizzare il tempo che scorre inesorabile. Non ha mai saputo stare senza. Per chi vive di sport diventa un’esigenza quotidiana”.

L’anno scorso, a settembre, Zoff pubblicò la sua autobiografia, intitolata “Dura solo un attimo, la gloria”. Nel volume, l’ex portiere ripercorre la sua vita, sottolineando i tanti sacrifici fatti prima di diventare famoso.

Zoff aveva ben chiare le idee fin da piccolo: voleva fare il portiere. Il padre era un uomo tutto d’un pezzo che si svegliava la mattina presto per andare a lavorare nei campi e tornava la sera, al tramonto. Zoff, ragazzo serio e taciturno trascorse la sua gioventù studiando e lavorando. Il calcio era solo uno svago, un hobby. Il suo talento, però, emerse presto e diventò un campione.

Uno dei momenti più significativi della carriera di Dino è stata la vittoria del Mundial, nel 1982:

“Chi non ha vissuto suc­cessi sportivi difficilmente può capire cosa si prova in certi momenti. Solo lo sport può darti sensazioni così violente. Fra le mie vittorie nessuna tiene il confronto con il Mondiale, anche perché ho rag­giunto quel traguardo in condizioni particolari: l’età molto avanzata, la fascia di capitano, una squadra partita così così e arri­vata al titolo in un crescendo entusiasman­te. Per me è stata veramente la consacra­zione di tutta una carriera“.