Morena, la piccola orsa marsicana, trovata lo scorso luglio in pessime condizioni, dopo essere stata abbandonata, probabilmente, dalla madre deve ingrassare; altrimenti non potrà scorrazzare nei prati
L’orsacchiotta salvata mangia praticamente giorno e notte leccornie come muesli, cereali, miele, carne, pane e frutta per ingrassare velocemente e, quindi, tornare a vivere nel suo habitat. Mai, in Italia, era stato avviato un esperimento di ‘reimmissione in ambiente’ di un orso. Se ingrasserà abbastanza e se, ovviamente, le condizioni atmosferiche lo permetteranno, Morena tornerà nel Parco Nazionale d’Abruzzo tra un mese, quindi nei primi giorni di novembre. Non ci dovrebbero essere problemi, però, visto che Morena ingrassa a dismisura: quando venne scoperta a Villavallelonga, in condizioni pietose, pesava circa 2 kg; oggi, invece, ne pesa 23.
Bisogna senza dubbio encomiare gli addetti del parco Roberta Latini e Guido Criola, che rappresentano dei genitori putativi per l’orsetta, curandola e provvedendo a nutrirla correttamente, con alimenti che troverà nel Parco. Insomma, Latini e Criola stanno cercando di far crescere velocemente Morena in modo che, in futuro, possa essere indipendente e non necessitante dell’intervento dell’uomo per sopravvivere.
Gli addetti del Parco hanno affermato che Morena è ghiotta di formiche ma quando ha fame mangia anche molte mele e miele. Ora l’animale si trova nel recinto di un ricovero della Forestale. Manca poco, dunque, al rilascio dell’orsetta Morena nel Parco; il primo rilascio di un orso in natura, dopo una lunga ‘convalescenza’. Non è detto che il trial riesca ma il personale del Parco Nazionale d’Abruzzo sta dando il massimo. L’importante, secondo gli esperti, è che l’orsacchiotta arrivi a pesare almeno 35 kg.
Quando, qualche mese fa, Morena venne trovata dagli operatori del Parco nazionale d’Abruzzo, rischiava di morire. La madre l’aveva abbandonata e per questo era denutrita. Gli addetti, però, l’hanno subito portata in un rifugio top secret dove tuttora viene curata e nutrita con tante ghiottonerie che potrà trovare anche in natura, una volta rilasciata. Si pensi che, inizialmente, gli operatori del Parco indossavano maschere da orso e guanti durante le poppate per evitare che l’orsetta osservasse i tratti dell’uomo e ne sentisse l’odore.
Un test del genere in Italia e, probabilmente in Europa, non è mai avvenuto. Ricordiamo che l’orso marsicano è una specie in via d’estinzione: se ne contano solo 50 esemplari.
Dario Febbo, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise commentò con queste parole il trial finalizzato al rilascio in natura dell’orsetta Morena: “Si tratta di una sfida che il Parco ha voluto affrontare ci stiamo cimentando in un’attività molto nuova. Abbiamo consultato i migliori esperti al mondo per quanto riguarda le metodologie da seguire. I nostri addetti di tutti i settori stanno dando del loro meglio per fare in modo che questa iniziativa possa avere un esito positivo. Le possibilità di fallimento, in ogni caso, sono molto elevate, a causa dei vari problemi di carattere etologico ed ecologico”.
Della stessa opinione anche il presidente del Parco, Antonio Carrara, che nei mesi scorsi aveva detto: “Ci siamo impegnati ad aggiornare e informare periodicamente sul percorso intrapreso, è un’operazione difficile che abbiamo voluto intraprendere. Circa 20 anni fa alcuni turisti tedeschi trovarono un’altra orsetta, Lauretta: oggi vive ancora nel Parco, in cattività. In questi anni nel mondo sono state sperimentate esperienze diverse e quindi, fin dall’inizio, abbiamo deciso di percorrere questa strada. Uno degli elementi che può caratterizzare l’Abruzzo, renderlo riconoscibile e farlo conoscere al mondo è proprio la presenza dell’orso marsicano“.