Gli alpini non hanno voluto leggere, in chiesa, un testo modificato dal sacerdote ed hanno preferito non assistere all’omelia, uscendo subito. E’ successo a Vittorio Veneto, dove è stata vietata la preghiera dell’alpino
Gli alpini, a Vittorio Veneto, hanno scelto di uscire dalla chiesa perché un prete ha variato la “Preghiera dell’alpino”, un brano tipico di qualsiasi omelia del glorioso corpo italiano, specialmente alla fine dei funerali. “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana“: recita il discusso brano, che il sacerdote di Vittorio Veneto ha preferito modificare. L’ufficio liturgico della diocesi di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, ha stabilito che la preghiera non potrà essere recitata al termine di una messa sul Passo San Boldo, nel Trevigiano. L’Ana ha contestato tale decisione con fermezza.
Gli alpini, dopo essere usciti dalla chiesa, hanno iniziato a leggere il brano come è conosciuto da 80 anni a questa parte. “Sappiamo che a far torcere il naso ad alcuni ecclesiastici è la frase della preghiera in cui si chiede di rendere forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra civiltà cristiana. Una frase che viene subito dopo quella in cui si definiscono gli alpini ‘armati di fede e di amore’. Queste sono le armi degli alpini e solo la malafede o un certo pacifismo ideologico possono pensare che gli alpini coltivino sentimenti di aggressione o di intolleranza. Gli alpini non hanno armi e la cultura che li ispira è quella di una fratellanza che non ha confini. E’ amaro constatare che proprio all’interno della comunità cristiana possano crescere muri, che finiscono per incidere nella serenità di rapporti, usando pretestuosamente il Vangelo della pace come una clava per rompere armonie consolidate”, ha dichiarato Angelo Biz, presidente della sezione Ana locale.
La decisione presa a Vittorio Veneto ha lasciato di stucco anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha asserito: “La Diocesi di Vittorio Veneto ha proibito la lettura di questo brano alla fine della Messa al Passo San Boldo, tra Treviso e Belluno: ‘Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana. Le Penne Nere, giustamente, hanno protestato. Sono sempre più sconcertato da ‘certi Vescovi’. W gli Alpini“. Il numero uno del Carroccio ha intitolato così un post in difesa degli alpini: “Vietata la Preghiera dell’Alpino a Messa! Pazzesco”. Salvini è tornato, dunque, ad attaccare la Chiesa, dopo il botta e risposta dei giorni scorsi con monsignor Galantino sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. “Se un vescovo vuole fare politica deve aspettarsi le risposte che si merita. Non le ho cercate. Se mi tirano dentro, rispondo. Sono cattolico, anche se un gran peccatore. Non per questo son disposto a bermi tutto“, ha dichiarato Matteo Salvini.
E’ veramente curioso che la diocesi di Vittorio Veneto attacchi una preghiera che da oltre 80 anni viene letta da tantissimi religiosi alpini, tra cui il beato don Gnocchi. Non trovate anche voi che tutto ciò è strano?