Una mamma, ieri, a Roma, ha perso il figlioletto di 4 anni. I due si trovavano alla stazione Furio Camillo della metro A. Invece di salire sulla scala mobile avevano deciso di prendere l’ascensore. La scelta è risultata fatale.
L’ascensore si è bloccato e un uomo del personale ha deciso di far salire i due su un altro parallelo e funzionante. Il bimbo, però, si è divincolato dalla madre ed è caduto nella tromba dell’ascensore, facendo un volo di circa 15 metri. E’ morto sul colpo. Per l’assessore romano ai Trasporti, Guido Improta, si è trattato di un errore umano, ma prima di sbilanciarsi attende l’esito di alcune verifiche.
Nel momento della tragedia la stazione Furio Camillo era affollata come al solito. Le persone che hanno assistito alla scena sono rimaste senza parole. “Che c’è da dire? Niente, non ci sono parole. Non c’è più niente”, ha asserito un’anziana donna.
Sul posto è subito arrivato anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ha così commentato la tragedia alla stazione Furio Camillo: “Non ho nessun commento da fare è una tragedia terribile, non solo per i genitori del bambino che ho visto un paio d’ore, ma per tutti noi”. Il primo cittadino della Capitale è stato raggiunto da urla di disapprovazione dei presenti.
Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha invece asserito: “Ci dobbiamo interrogare su come sia possibile che questo genere di cose accadano. Bisogna approfondire per capire se ci sono delle responsabilità, soprattutto perché queste cose non si ripetano”.
L’episodio drammatico avvenuto alla metro A di Roma ha sollevato nuove polemiche nei confronti dell’operato del sindaco Marino. Roberta Lombardi, deputata del M5S, ad esempio ha dichiarato: “La Roma di Marino, reduce da quella di Alemanno, è degna del terzo mondo“. Questi, però, non sono momenti per dibattiti politici; questi lasciamoli ad altre sedi. Ora occorre riflettere. C’è una mamma, a Roma, che sta soffrendo.