In Italia il lavoro scarseggia: il tasso di disoccupazione è aumentato, nonostante il Jobs Act e misure varie adottate dai burocrati. E’ proprio l’assenza di lavoro che spinge molti italiani, soprattutto i più giovani ad emigrare verso nazioni dove è semplice, o quantomeno meno arduo, trovare un lavoro consono alla proprio grado di istruzione.
“È assai sconfortante pensare che i nostri giovani esasperati
dalle numerose difficoltà connesse alla carenza di un lavoro stabile o della prima occupazione siano costretti a pensare di scappare via dal proprio paese, che ancora viene annoverato tra i G8 ma che di grande, ormai ha lasciato ben poco se non un passato glorioso ed un patrimonio storico-ambientalistico- culturale da primato mondiale”, ha dichiarato Giovanni D’Agata, fondatore dello Sportello dei Diritti.
Per trovare sicuramente lavoro, a quanot pare, bisogna recarsi in Svizzera. Il settore finanziario elevetico, infatti, è in difficoltà per la carenza di personale. In base all’indice Finews JobDirectory, alla fine dello scorso mese i posti vacanti presso assicurazioni,
banche, e diverse aziende del settore finanziario erano 4’436, ossia il 7% in più rispetto ai primi 3 mesi. “La progressione più marcata si è verificata nel settore bancario”, recita un comunicato del gruppo Finews in un comunicato odierno. Nello specifico, alla fine di giugno c’erano 1.784 posti vacanti presso le banche svizzere (+20,4%). Quelle che cercano più impiegati sono, in particolare, le Raiffeisen, le banche cantonali e quelle regionali. Le assicurazioni, invece, a fine giugno cercavano 1.121 lavoratori. L’indice Finews JobDirectory, lo ricordiamo, viene stilato ogni trimestre dopo aver visionato le pagine web di numerose assicurazioni, banche e società finanziarie svizzere e del Liechtenstein.
La Svizzera, però, non rappresenta un’oasi lavorativa solo per quanto concerne il settore finanziario. Insomma, chi ha voglia di rimboccarsi le maniche può trovarsi veramente bene in Svizzera, dove integrazione significa anche lavoro retribuito splendidamente. Lo scorso mese è stato avviato un progetto pilota che prevede l’assunzione di rifugiati nel settore agricolo. Ogni lavoratore percepirà uno stipendio di 3.000 euro al mese. Avete capito bene: 3.000 (tremila euro al mese). Il progetto pilota mira sia ad assumere nuovi lavoratori che favorire l’integrazione. Un progetto eccezionale che in Italia, ovviamente, nessuno ha mai pensato di lanciare.
L’Unione Svizzera dei Contadini e la Segreteria di Stato per l’Immigrazione favoriranno nel prossimo triennio l’assunzione di rifugiati, promuovendo anche corsi per apprendere le lingue. Finora sono 10 le aziende agricole che partecipano al progetto pilota, mentre sono numerosi i rifugiati che vi hanno aderito. Ogni agricoltore incasserà 2.000 euro al termine del primo mese di lavoro, che potranno arrivare a 3.000 dal secondo mese in poi. I rifugiati assunti, quindi, potranno anche integrarsi serenamente nella comunità elevetica. Oggi solo un terzo dei profughi che vivono in Svizzera lavora nell’arco di qualche anno. Grazie al progetto pilota si lavorerà subito.
L’Unione degli Agricoltori ha reso noto che nel settore agricolo sono impiegati sui 30.000 lavoratori stranieri stagionali, specialmente portoghesi e polacchi. La Svizzera, lo ricordiamo, è un Paese ricco ma dalle mille contraddizioni; ad esempio non è reato dire “maiale” a un immigrato. Il Tribunale federale svizzero, qualche mese fa, non ha condannato un poliziotto che aveva chiamato “maiale” un immigrato algerino ritenuto colpevole di furto. Non possiamo dimenticare neanche lo spettacolo alquanto razzista del sindaco di Berna,
Alexander Tschäppät, che durante un evento cittadino, proferì frasi sarcastiche sugli italiani, del tipo “Perché gli italiani sono così bassi? La mamma dice loro di non crescere. Se diventi alto, devi andare a lavorare”, oppure “Un napoletano che lavora? E che addirittura svolge più mansioni? Impossibile”. Tutto ciò risulta alquanto strano, visto che nella Confederazione Elvetica ci sono tantissimi immigrati, di cui il 15% è rappresentato da italiani.
Il sindaco di Berna fu raggiunto da numerose critiche per il suo show contro gli italiani. Una donna svizzera disse di provare vergogna nei confronti degli italiani per le frasi proferite da Tschäppät, biasimato anche da Corrado Pardini, amico e compagno di partito. Quest’ultimo disse, riferendosi al sindaco di Berna: “Non ha il senso del limite, non era né divertente né intelligente, lasci il mestiere di comico ai professionisti”.