Amy Winehouse. Quando il mito non tramonta. Il documentario “Amy”, diretto da Asif Kapadia, non piacque ai familiari della straordinaria cantante britannica ed ora ne arriva un altro. Stavolta, però, a realizzare un film sulla cantautrice dalla vita tormentata sono stati Mitch Winehouse e Red Traviss, ovvero il padre e il fidanzato della Winehouse.
“Diremo la verità su Amy, cosa che non ha fatto Kapadia. Non è vero che abbiamo lasciato Amy per la sua strada negli ultimi tre anni della sua esistenza. Lo ritengo un insulto a tutta la famiglia”, ha asserito papà di Amy durante un’intervista alla tv ITV. I parenti di Amy sono rimasti sbalorditi dalla pellicola diretta da Kapadia per aver dato molto spazio all’ex marito dell’artista, Blake Fielder-Civil. Ricordiamo che Amy e Blake divorziarono nel 2009. Diversi mesi fa, durante un’intervista al Sun, Mitch Winehouse disse, riferendosi a Fielder-Civil: “Mi accusa di essere il primo responsabile per la morte di Amy, quando è stato lui a iniziarla all’uso di crack ed eroina. Se emergesse la verità sul suo conto, Blake non potrebbe nemmeno più girare per strada”.
Amy Winehouse ci ha lasciati 4 anni fa. E’ stata certamente una delle più belle voci dell’ultimo ventennio. Peccato che se n’è andata così presto: chissà quante splendide canzoni ci avrebbe regalto! Amy aveva scritto brani che, però, decise di non pubblicare. La Universal Music ha reso noto che quel materiale inedito verrà distrutto. Poco prima della sua morte, la Winehouse stava lavorando alla realizzazione del suo terzo disco in studio. Ogni demo inedito di quelle sessioni sono stati distrutti dal Ceo della sua etichetta, David Joseph, che ha ha detto durante un’intervista rilasciata a Billboard: “È stata una scelta di natura morale. Non avrei mai pubblicato un lavoro non finito, e ora non potrà farlo nessun altro”.
In realtà, del materiale postumo c’è: “2011 – Lioness: Hidden Treasures”. Tale disco comprende canzoni inedite di Amy Winehouse. Adesso, però, non sono più canzoni inedite in circolazione della cantante britannica, morta per un mix fatale di alcol e droga. Aveva solo 27 anni. Era così brava e talentuosa quanto fragile Amy. Molte persone si sono prese gioco di lei ed hanno speculato sulla sua fama. Come molti altri grandi artisti trascorreva molto tempo in solitudine. Ciò emerge anche dal libro “Amy, 27”, scritto dal giornalista Howard Sounes, che ha già scritto altre biografie di personaggi celebri come Bob Dylan.
Nel libro “Amy, 27” si parla anche delle ultime ore di Amy e della sua dipendenza dalla droga e dall’alcol, sostanze che, alla fine, l’hanno uccisa. Inizialmente, il fratello della cantante di “Back to Black” aveva dichiarato che Amy era morta a causa della bulimia, disturbo alimentare che aveva tormentato l’artista specialmente durante l’adolescenza.
La Winehouse si recava spesso presso lo studio della dottoressa Christina Romete per uscire dalla dipendenza dall’alcol. Quelle visite, alla fine si rivelarono vane: l’artista aveva ripreso a bere. E tanto. La dottoressa era venuta a sapere che la Winehouse era tornata ad ‘alzare il gomito’ e la invito a desistere. I fatti hanno dimostrato che Amy non seguì il consiglio della dottoressa. Prima di morire, Amy trascorse tutta la giornata in casa, da sola. C’era solo la sua guardia del corpo, Andrew Morris.
“Chattava, mandava sms e telefonava agli amici, per non sentirsi sola”, ha scritto Sounes. Morì in solitudine, dunque, la cantante britannica. E’ veramente paradossale che una cantante così famosa e piena di amici possa fare una fine del genere. “Ormai stava bevendo ininterrottamente dal mattino”, ha rivelato Sounes, sottolineando che Amy si recò in bagno per vomitare. A trovare il cadavere dell’artista, sul suo letto, fu proprio il bodyguard. Sul comodino c’erano 3 bottiglie di vodka. Dall’autopsia emerse che nel sangue di Amy c’era un tasso di alcol superiore a 5 volte quello consentito dalla legge.
Molti sostengono che Amy Winehouse era spesso triste e dedita ai vizi per colpa della separazione dei suoi genitori. Amy non era in buoni rapporti con la madre. Quest’ultima rivelò, durante l’inaugurazione della mostra sulla figlia, che aveva sempre immaginato che la figlia non sarebbe arrivata a 30 anni. In realtà, lo immagina la stessa Amy. Il padre della cantante, Mitch, invece non si è mai reso conto dei tanti problemi della figlia. Quando ne venne al corrente era troppo tardi.
Il prossimo 23 luglio ricorrerà l’anniversario della morte di una delle più grandi cantautrici degli ultimi anni.