Ieri sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Roma tutti i presunti responsabili della morte di Stefano Cucchi. Una spada al cuore per Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, e per tutti quelli che conoscevano il geometra romano.
“Dopo 25 anni di servizio posso riconoscere segni di pugni e quei segni sotto gli occhi di Stefano Cucchi sembravano segni di una malattia e non certo di pugni”, ha asserito un poliziotto imputato, Nicola Minichini, poco prima della sentenza. L’agente ha anche aggiunto: “Camminava da solo, a parte la magrezza, nulla faceva pensare che non potesse stare in carcere. Fui io a chiamare il medico per far visitare Cucchi… Provo rispetto per la famiglia Cucchi, per il loro dolore. Nessuno potrà mai dire che abbia avuto un atteggiamento poco educato verso di loro, nonostante le accuse infamanti e le numerose interviste rilasciate”.
Riportiamo anche le parole dell’altro poliziotto imputato, Antonio Domenici: “L’unica nostra colpa è stata quella di esserci trovati puntualmente in servizio quel giorno, il 16 ottobre del 2009, nel reparto camere di sicurezza del Tribunale. Io non ho commesso alcuna azione violenta verso Stefano Cucchi. Da 30 indosso la divisa e tutti mi conoscono come persona mite. Non è nella mia indole, io sono quello che ha cercato di aiutarlo”.