Alla fine è stato condannato al carcere a vita Ross Ulbricht, il 30enne che ha creato ‘Silk Road’ sito internet definito “il mercato nero del web”. Un giudice federale di New York ha stabilito che Ulbricht dovrà trascorrere tutta la sua vita in carcere, condannandolo all’ergastolo. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di pirateria informatica, traffico di droga e riciclaggio di denaro.
“Attraverso Silk Road ha venduto droga, contribuendo alla morte di almeno sei giovani persone, e si è nascosto dietro la sua identità informatica per diventare il volto del cyber-crimine”, ha dichiarato il procuratore Preet Bharara. La chiusura di Silk Road risale al 2013. Gli utenti vi accedevano tramite il software Tor che si basa sua una rete parallela, totalmente anonima e non individuabile. Proprio per questo, Tor è spesso usato da numerosi attivisti che si battono per la difesa dei diritti umani, in modo tale da non poter essere rintracciati.
Silk Road ha permesso a Ulbricht di guadagnare tanti soldi; è stato calcolato che il giro d’affari si aggirasse su diversi milioni di dollari l’anno. Nel momento della chiusura da parte degli agenti dell’FBI, Silk Road aveva venduto tantissima merce e generato commissioni da capogiro.
Gli avvocati di Ulbricht hanno cercato di dimostrare in Aula che il loro assistito non si prese più cura della piattaforma dopo qualche mese dalla sua creazione. L’accusa, invece, ha respinto tale ricostruzione. Poco prima della condanna, il ‘padre’ si Silk Road si era appellato alla clemenza della magistratura: “Ho avuto la mia giovinezza e comprendo che dovete prendervi i miei anni di maturità, ma per favore lasciatemi la vecchiaia… chiedo di poter avere una piccola luce in fondo al tunnel, che mi dia un motivo per rimanere in salute, un motivo per poter sognare che ho ancora dei giorni migliori da vivere, una possibilità di redimermi nel mondo libero prima di incontrare il Signore”.
I giudici americani, però, non si sono commossi ed hanno disposto l’ergastolo per Ross Ulbricht.
“Silk Road si è rivelata un’idea molto ingenua e dannosa di cui mi pento profondamente. Doveva essere qualcosa per dare alle persone la libertà di fare le loro scelte, di seguire la loro felicità comunque la intendessero. Quello che divenne poi, in parte, fu un modo comodo di soddisfare la propria dipendenza da sostanze“, aveva scritto il 30enne in una lettera inviata ai giudici statunitensi.
L’accusa ha sempre sostenuto che Silk Road ha contribuito alla diffusione della dipendenza dalle droghe; c’è chi, invece, pensa l’esatto contrario, ovvero che il sito abbia rappresentato un deterrente. Voi che ne pensate? Vero è che dopo la chiusura di Silk Road e l’arresto del suo fondatore sono stati creati diversi siti simili: se ne contano una settantina.
Ulbricht, ragazzo molto intelligente, è stato sempre un fervido sostenitore dell’idea che ogni persona ha pieno diritto su se stessa e sul proprio corpo, quindi può scegliere liberamente se assumere sostanze stupefacenti. Il giovane Ulbricht è anche un fautore dell’agorismo, ovvero la necessità di mercati liberi. Ecco perché fondò Silk Road, iniziando a vendere funghi allucinogeni coltivati da lui stesso nel giardino di casa.