Fabio Curto, musicista di strada calabrese, ha vinto l’ultima edizione di The Voice of Italy. Il ragazzo del gruppo composto da Roby e Francesco Facchinetti ha avuto la meglio su Roberta Carrese, del team capitanato da Piero Pelù.
Per Curto c’è stato un vero plebiscito, incassando il 72,10% di consensi al televoto. Curto, sebbene abbia origini calabresi, vive da diversi anni a Bologna. E’ un ragazzo istruito (in tasca una laurea in Scienze politiche) che ha viaggiato e viaggia molto. Una delle passioni di Fabio è, indubbiamente, la musica: ha iniziato a comporre i primi testi a 12 anni, decidendo che nella vita avrebbe fatto il musicista di strada.
Parlando del suo amore per la musica, il vincitore di The Voice of Italy 2015 ha detto: “Non volevo barattare la mia libertà con un lavoro qualsiasi, per la gratifica di uno stipendio a fine mese. Volevo fare ciò per cui ero nato, suonare e cantare, e regalare bellezza. Non avevo i soldi per pagare l’affitto e le persone che mi ascoltavano mi ospitavano a turno: la strada ti fa regali inaspettati. Oggi il mio stipendio è dignitoso, pari a quello di un qualunque impiegato. Con la differenza che ricevo sorrisi e ringraziamenti per quello che faccio: merce rara nell’esistenza frenetica nella quale quotidianamente ci dibattiamo”. Non possiamo che dare ragione al buon Fabio.
Il polistrumentista 27enne ha sorpreso tutti con la sua straordinaria interpretazione di “Take me to the church” di Hozier. La giuria è stata letteralmente ‘rapita’ dal talento di Fabio.
Nel corso di un’intervista a FQ Magazine, il 27enne ha rivelato: “Sono arrivato a Bologna nel 2007 per studiare scienze politiche. Dopo la laurea mi si sono prospettate due strade: o specializzarmi in criminologia o fare il musicista. Suono da quando avevo 5 anni e compongo da quando ne avevo 12: probabilmente il mio destino era già scritto, ma mi sono preso una pausa di riflessione”.
Il giovane calabrese si è recato in molte nazioni dell’Europa dell’Est, come Romania, Polonia e Ungheria, apprezzando la semplicità che esiste in tali luoghi: “In Transilvania, vagando su treni regionali, ho visto zingari che suonavano sui bordi del fiume, e quella semplicità mi ha indicato la strada da percorrere”.