Calcestruzzo depotenziato per costruire scuola materna Finale Emilia

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Scuola elementare edificata con cemento depotenziato

Risparmiare e lucrare sulle spalle della gente. In questa Italia dei furbetti si fa di tutto pur di rendere più gonfie le proprie tasche. Povera Italia! Il problema è che il comportamento meschino di certi loschi figuri rischia spesso di recare nocumento a molte persone. Nelle ultime ore, in Emilia Romagna, le forze dell’ordine hanno compiuto numerosi accertamenti nell’ambito del blitz ribattezzato ‘Cubetto’, che ha portato alla notifica di 15 avvisi di garanzia. Nel mirino degli inquirenti dirigenti e quadri di ditte edili che avrebbero venduto ed usato calcestruzzo depotenziato per la realizzazione di numerosi edifici dopo il potente terremoto del 2012 in Emilia Romagna. I poliziotti hanno eseguito perquisizioni in numerose città italiane, come Modena, Piacenza, Bologna, Lodi e Bergamo. Nel mirino della Polizia sono finite, principalmente, due aziende che si occupano di calcestruzzi, ovvero l’AIC di Modena e la Betonrossi di Piacenza. Ebbene viene contestata la costruzioni di edifici (anche una scuola elementare) con calcestruzzo depotenziato. Le indagini che hanno portato agli avvisi di garanzia, dirette da Lucia Musti e Claudia Ferretti, rispettivamente Procuratore e Sostituto procuratore, sono partite alla fine dell’anno scorso. Il nome del blitz, ‘Cubetto’, deriva proprio dal cubetto, ovvero dal campione di calcestruzzo usato per adulterare gli esami di laboratorio svolti. Gli indagati dovranno anche rispondere di falsificazione della certificazione relativa alle caratteristiche del calcestruzzo usate per realizzare gli edifici, dopo il sisma del 2012. Con il calcestruzzo depotenziato è stata edificata anche una scuola elementare a Finale Emilia.

Gli inquirenti, attualmente, stanno concentrando le loro indagini sulla Betonrossi e sulla Aec: la prima forniva alla seconda calcestruzzo alla seconda, che aveva ottenuto l’appalto per la costruzione della scuola elementare. Un lavoro da 5 milioni di euro, somma finanziata in gran parte dell’Italia dei Valori. La scuola elementare di Finale Emilia doveva essere inaugurata lo scorso 23 aprile ma la cerimonia è stata rimandata per l’assenza dei documenti necessari, in base alla legge, per effettuare il collaudo. Gli investigatori ritengono che dirigenti e dipendenti delle succitate aziende avevano raggiunto un’intesa riguardo all’invio di un campione di calcestruzzo diverso da quello usato per costruire la scuola ed altri stabili, in modo da superare positivamente i test nei laboratori. Di tale accordo, ovviamente, è stato sempre all’oscuro il committente dei lavori. Dalla documentazione, dunque, non emergeva nulla di particolare, di rischioso; in realtà quel calcestruzzo usato per la ricostruzione post sisma in Emilia Romagna era scadente. Un atteggiamento aberrante quello dei dirigenti e dei dipendenti della due ditte finite nel mirino della Polizia e della Procura. Ma non sapevano che così facendo mettevano in serio rischio l’incolumità di tantissime persone? Non sapevano che l’utilizzo di quel materiale scadente, tra l’altro per la costruzione di edifici in un’area altamente sismica, era assolutamente pernicioso? Forse lo sapevano ma la brama di denaro era più forte della necessità di difendere i propri simili. Che vergogna! Quanto cinismo c’è in giro!

Per chi non lo sapesse, il cemento depotenziato è un cemento armato diluito con molta sabbia o acqua. L’utilizzo di tale materiale è vietato dalla legge, oltre che pericoloso. Molte case, dopo il terremoto dell’Aquila, sono crollate perché le imprese edili, per risparmiare, avevano usato il cemento depotenziato durante i lavori.